Ci siamo già occupati più volte dei costi di terminazione (i costi che devono sostenere i gestori nell’instradamento di ogni tipo di comunicazione verso altro gestore, ndr) come nella conferenza dei Mobile Challengers a cui abbiamo assistito durante il Mobile World Congress a Barcellona. Le richieste pressanti della Comunità Europea attraverso la Commissaria Viviane Reding verso l’Autorità Garante per le Comunicazioni hanno portato ad un sostanziale abbassamento di questi costi con previsioni di simmetria a partire dal 2012.
A parlare, questa volta, è l’Antitrust italiana attraverso il bollettino dove appare il parere dell’AGCOM e nel quale viene esposto il problema sostanziale di H3G nel mercato delle telecomunicazioni italiano: banda di rete non a 900 Mhz, copertura inferiore, diversa distribuzione tra traffico entrante ed uscente.
L’INDIVIDUAZIONE DELLE CONDIZIONI DI CONCORRENZIALITÀ SUI MERCATI
In merito alla conferma dei quattro operatori di rete come detentori di significativo potere di mercato nell’offerta di servizi di terminazione delle chiamate sulle rispettive reti, l’Autorità condivide la scelta operata nello schema di provvedimento, in cui si sottolineano le differenti caratteristiche che contraddistinguono ciascun operatore, quali la disomogeneità nella dotazione frequenziale sulla banda più pregiata (900 MHz), il diverso momento di ingresso sul mercato e la differente distribuzione del traffico entrante e uscente. In tal senso, pertanto, non si possono equiparare sotto un profilo regolamentare le reti di cui dispongono i primi operatori entrati sul mercato da quella del quarto gestore, che si trova ancora in una fase di realizzazione della propria rete e che non dispone di frequenze a 900 MHz.
L’Autorità condivide inoltre l’opportunità di introdurre dei vincoli al potere che ciascun operatore ha di fissare le tariffe di terminazione sulla propria rete. In questo senso, l’adozione di un meccanismo di riduzione programmata dei prezzi all’ingrosso che tenga conto dei guadagni di efficienza effettivamente realizzati dagli operatori appare uno strumento utile a trasferire tali guadagni sulle condizioni di offerta agli utenti finali.
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In quest’ottica l’Autorità, sulla scorta di quanto già previsto nello schema di delibera in merito all’opportunità di elaborare un modello ingegneristico-contabile di tipo “bottom up”, e in vista dell’imminente entrata in vigore della Raccomandazione della Commissione sui principi regolamentari relativi ai servizi di terminazione all’ingrosso sulle reti fisse e mobili, esprime l’auspicio che la realizzazione – quanto prima – di tale previsione fornisca un ulteriore contributo al percorso di riduzione delle tariffe di terminazione.
L’Autorità ritiene, infine, sostenibile l’attuale proposta di regolamentazione che prevede un percorso asimmetrico di riduzione delle tariffe in capo all’operatore H3G. Si rileva, tuttavia, che l’effetto della regolamentazione su tale operatore risulta notevolmente più incisivo rispetto a quello previsto dagli altri gestori, i quali, essendo entrati sul mercato da oltre dieci anni, sembrerebbero aver già ammortizzato i costi delle proprie reti GSM e godere di una ben più ampia base clienti.
PARERE AG.COM. per AG.C.M.
Ci auguriamo che gli abbattimenti dei costi sostenuti dai gestori possano portare davvero ad un abbassamento sostanziale delle tariffe ma soprattutto che non venga usata l’asimmetria per “far cassa” a discapito degli altri gestori che si troverebbero costretti a fare delle promozioni solo verso determinate direttrici di traffico come nel caso di Coop Voce.
ARTICOLO AGGIORNATO il 3 marzo 2009. In neretto le variazioni.