Gli sforzi di 3 Italia in collaborazione con Ericsson nel cercare di ridurre il digital divide cozzano spesso con gli interessi dei cittadini che in modo più o meno lecito si oppongono alla costruzione di nuove antenne.
E’ il caso questa volta dell’antenna che sarebbe dovunta essere eretta nel comune di Lama in provincia di Taranto, il comitato dei cittadini è subito insorto e dopo una prima sentenza a loro favore da parte del Consiglio di Stato è riuscito ad ottenere la conferma da parte del Tar di Lecce dopo il ricorso presentato dalla Ericsson.
Il comitato ha altresì ricordato che “nel terreno prospicente al traliccio montato sta sorgendo un asilo. Gli studi effettuati scientificamente hanno chiaramente dimostrato che i bambini risultano essere ricettori particolarmente sensibili alle onde elettromagnetiche con probabili gravi rischi di danno alla salute. Il nostro diritto alla salute non e’ negoziabile ma va difeso strenuamente e non permetteremo a nessuno di calpestarlo”.
Seguendo il paradosso di un ragionamento comunque complesso nei suoi termini, a questo punto ci si potrebbe auspicare quindi che nessuno di quei bimbi prenda mai in mano un cellulare che, messo vicino alla testa durante una conversazione, produrrebbe una quantità di onde elettromagnetiche ben più grande di un’antenna. E’ recente uno studio dell’Eurispes che parla di bambini sempre più precoci nell’uso dei cellulari… siamo sicuri che questa “regola” non verrà seguita pure in quel di Taranto?
Sicuramente la ‘caccia alle streghe’ e la divisione su motivi più o meno sanitari in un etere comunque dove abbondano le onde elettromagnetiche non serve a molto; una discussione invece più generale della divisione delle risorse dovrebbe diventare una priorità per le autorità nazionali preposte allo sviluppo tecnologico del paese. In conclusione, l’auspicio è che si vada oltre la logica del proprio orticello: il futuro di una Italia 2.0 passa da queste analisi.
[Via Taranto Sera]