A gennaio 2015 l’Antitrust aveva irrogato ai principali operatori del settore delle comunicazioni mobili una sanzione pari a 1.750.000 euro ciascuno per Telecom e H3G e a 800.000 euro ciascuno per Wind e Vodafone, per aver adottato pratiche commerciali scorrette nell’ambito della commercializzazione dei servizi premium utilizzati via Internet da terminale mobile.
Nei confronti di H3G, in ragione dei rilevanti effetti delle condotte attuate, è stata disposta anche la pubblicazione di un estratto del provvedimento.
Proprio 3 Italia, come riporta il Fatto Quotidiano ieri, aveva fatto ricorso alla giustizia amministrativa confermando gli 1,75 milioni di euro di sanzione.
Il TAR del Lazio ha respinto un ricorso proposto dall’operatore di telefonia mobile in quanto “l’operato dell’Agcm – si legge nella sentenza – e in particolare l’iter valutativo seguito dall’Autorità, risultano immuni dalle numerose e pur ampiamente motivate censure, a fronte di una pluralità di condotte della ricorrente integranti molteplici violazioni del Codice del Consumo“.
Per i giudici quindi “è stata accertata una condotta omissiva della ricorrente nella fase contrattuale, laddove agli utenti è stato sistematicamente sottaciuto, da un lato, che la conclusione del contratto comportava l’abilitazione automatica della Sim dell’utente ad accedere alla ricezione dei servizi in sovrapprezzo (servizi premium) durante la navigazione, e, dall’altro, che la tariffazione di tali servizi sarebbe avvenuta inmodo automatico con addebito diretto sul credito telefonico”.
Riappare anche la condotta “aggravata, sia dalla preclusione della possibilità dell’utente di richiedere la disabilitazione della ricezione di tali servizi premium (ora è possibile bloccare i servizi premium via 133, ndr), sia, e prima ancora, dalla omessa informazione dei consumatori, mediante specifica avvertenza al momento della sottoscrizione del contratto, circa la predetta impossibilità”.