Manca poco più di una settimana al “fatidico” Ferragosto di fuoco su cui puntano tutte le indiscrezioni raccolte dalle testate economiche di mezzo mondo: l’interesse è alto, nel mondo delle TLC ma non solo, per il possibile (quasi sicuro per molti) matrimonio tra Wind e 3 Italia.
Se ne parla da tanto, più intensamente in queste ultime settimane, ma comunque nessuno ai “piani alti” (giustamente) si sbottona e di aggiornamenti reali ce ne sono pochi. E allora perché questa fibrillazione, in particolare nella giornata odierna?
Oggi è il giorno in cui Vimpelcom, il gigante russo che in Italia controlla Wind, ha presentato agli investitori i risultati finanziari del secondo trimestre 2015. Annunciando questo appuntamento, nei giorni scorsi, l’azienda ha anticipato che avrebbe rivelato alcuni aggiornamenti sulla propria strategia per il futuro, e ovviamente il pensiero subito è volato a quello che ci riguarda più da vicino, e cioè un possibile primo annuncio ufficiale riguardante una joint venture italiana con CK Hutchison per far confluire gli asset del terzo e quarto gestore di telefonia mobile del Paese.
Per ora, Vimpelcom ha condiviso semplicemente dei piani generali, che prevedono alcune aree prioritarie per lo sviluppo in tutti i mercati in cui è presente, e la previsione di un aumento di liquidità per 750 milioni di dollari all’anno nei prossimi 3 anni.
I risultati di Wind nel secondo trimestre 2015 si sono rivelati in linea con le aspettative, confermando una crescita dell’ARPU, legata in particolar modo alla crescita inarrestabile del traffico dati (159 milioni di dollari, con un aumento del 16% in più su base annua, e 11 milioni di clienti che ne fanno uso, con un aumento del 14% su base annua), nonostante la leggera, costante, riduzione del numero di utenze attive che sta avvenendo in tutto il mercato della telefonia, e in particolare nel segmento di rete fissa.
Rimane indicativamente stabile il numero di clienti di Wind, che nel mobile si assestano a 21.4 milioni (-2% su base annua).
Altro dato interessante riportato nella relazione è la conclusione anticipata dei pagamenti relativi alle licenze 4G acquisite in seguito all’asta per le frequenze LTE: 162 milioni di dollari usciti dalle casse del Gruppo, ma che consentiranno di ridurre i costi relativi agli interessi che si sarebbero dovuti pagare in caso di ulteriori dilazioni.
Questi dati, già interessanti in sé, potrebbero rivelarsi chiave nell’ancora ipotetica “fusione” con 3 Italia, controllata da CK Hutchison, che darebbe vita ad un super gestore, con dimensioni tali (oltre 31 milioni di clienti nella sola telefonia mobile) da renderlo più competitivo sul mercato in concorrenza con TIM e Vodafone.
Quel che è certo è che tutti sono in attesa, e che altre notizie (o “indiscrezioni”) spunteranno a breve. Ferragosto è dietro l’angolo.