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Fusione H3G – Wind, per il Governo si può procedere: ora tocca alle Authority

by Valerio Longhi

3WindUno degli argomenti trattati durante la riunione odierna del Consiglio dei Ministri, tenutasi stamani a Palazzo Chigi, è stato il “matrimonio” tra Wind e H3G. E’ arrivato dunque l’iniziale “nulla osta”, primo passo della lunga strada che dovrebbe portare – nelle intenzioni delle due Compagnie – alla joint venture che darebbe alla luce il maggior gestore di telefonia italiano.

In particolare, si è deliberato in relazione al potere di veto che il Governo ha in ogni operazione relativa agli assetti societari nelle attività di rilevanza strategica nei settori dell’energia, dei trasporti e delle comunicazioni.

Su indicazione del Ministero dello Sviluppo Economico, dunque, il CDM ha deciso di non esercitare tale potere, permettendo in questo modo che proseguano le attività relative alla fusione.

Ora, dunque, la palla passa alle varie autorità, che dovranno stabilire se la fusione s’ha da fare, sperando che le cose non vadano come in Scandinavia.

Di seguito il testo completo della nota pubblicata sul sito del Governo Italiano:

GOLDEN POWER – Delibera di non esercizio dei poteri speciali e consenso al decorso dei termini temporali

Il Consiglio dei ministri ha accolto la proposta del Ministero dello sviluppo economico di non esercitare i poteri speciali e di consentire il decorso dei termini temporali previsti dall’articolo 2, comma 4, del decreto legge 15 marzo 2012, n. 21, per quanto riguarda la creazione di una società joint venture tra le società CK Hutchinson Holdings Limited (CKHH) e VimpelCom Ltd (VCL). Al tempo stesso si raccomanda alle due società di evidenziare, in occasione della notifica della successiva operazione di fusione societaria tra le società Wind e H3G, gli elementi puntuali della pianificazione strategica sotto il profilo industriale e degli investimenti, con particolare riferimento all’impatto dell’operazione sul territorio nazionale e sotto il profilo tecnologico e occupazionale, e che la strategia posta in essere non comporti lo spostamento, al di fuori dei confini nazionali, di funzioni di gestione e di sicurezza tali da compromettere la sicurezza nazionale e la continuità dei servizi.