Banner e pubblicità online troppo invadenti? Presto potrebbero essere bloccati ancor prima di raggiungere i nostri tablet, smartphone e addirittura i computer. Fantascienza? No, si tratta dell’implementazione, direttamente a livello di network, di tecnologie di ad blocking, volte a limitare il fastidio (e il consumo di banda) inutile di alcune tipologie di advertising.
E’ questo il succo di un comunicato diffuso in mattinata da Three (3 UK), nel quale viene annunciata l’avvenuta implementazione nella propria rete e in quella del partner italiano (3 Italia) degli strumenti di ad block a livello di rete mobile realizzati da Shine Technologies.
L’annuncio, che ha colto di sorpresa tutto il mondo della telefonia e quello della pubblicità online, e che ha anticipato anche i concorrenti (EE e O2, nel Regno Unito, avevano in precedenza comunicato la possibilità che stessero lavorando a qualcosa di simile), non fa menzione del tipo di blocco o delle tempistiche della sua eventuale attivazione, concentrandosi invece sulla filosofia che ha portato a questa scelta.
Il blocco delle pubblicità applicato a livello di rete si rivela più efficace per i nostri clienti rispetto a quello basato sull’utilizzo di applicazioni di terze parti, perché permette di filtrare una gamma più ampia di annunci e banner. Il nostro obiettivo non è di eliminare totalmente la pubblicità mobile – che spesso è utile ed interessante per il cliente – ma fornire una maggiore possibilità di controllo e di scelta su ciò che vedono, nell’ottica della trasparenza.
Tre sono i punti focali indicati dal gestore nel suo annuncio:
- non devono essere i clienti finali a pagare per il traffico dati effettuato per vedere le pubblicità, ma tale costo deve ricadere sugli inserzionisti
- la tutela della privacy e della sicurezza online dei clienti è prioritaria, e alcuni inserzionisti non le rispettano, raccogliendo e sfruttando i dati di chi visualizza le pubblicità senza il loro consenso
- è fondamentale il diritto a ricevere pubblicità rilevante ed interessante per l’utente, senza trovarsi costretto a visualizzare annunci eccessivamente invadenti o di nessun interesse.
Probabilmente a quest’annuncio seguirà un periodo di dialogo con i principali network di pubblicità online, che dovranno trovare un accordo con il gestore su questi punti.