E’ apparso stamani sul “Corriere della Sera” il primo articolo che ripercorre il cosiddetto tariffometro che verrà messo in piedi dall’AgCom in modo da aiutare i consumatori sulla ‘migliore tariffa’ per le loro esigenze.
Interessante quanto analizzato dal noto quotidiano nazionale: dal confronto si ricava che H3G è l’operatore più conveniente per il primo «basket», cioè per chi telefona poco; mentre Wind ha le offerte economicamente più vantaggiose sia per la famiglia di quattro persone che per il single. A questo punto è d’uopo spiegare come si è arrivati a ciò.
Corriere.it, infatti, spiega che “il metodo scelto è quello adottato dall’authority britannica Ofcom e ritenuto valido dall’autorità italiana: e che consiste nel definire tre tipologie di consumatori (i «basket», panieri, secondo la terminologia anglosassone) e identificare le varie offerte sul mercato in modo da confrontare i prezzi e mettere a fuoco le proposte più convenienti“. Qualche avvertenza è indispensabile. Per ogni operatore il dato di spesa mensile è relativo alla media dei tre principali piani tariffari. Inoltre si è assunta una durata media di due minuti per conversazione, indicazione suggerita dalle statistiche più consolidate, e che viene utilizzata anche dagli istituti di ricerca specializzati. Non sono stati considerati i piani tariffari in abbonamento, che, a differenza degli altri Paesi europei, in Italia rappresentano una quota modesta delle linee: solo il 12% a settembre 2008. Né sono state contate le molte opzioni e promozioni presenti sul mercato, la cui analisi avrebbe reso impossibile un confronto omogeneo. Infine, nelle chiamate internazionali, sono stati riportati i prezzi relativi a chiamate in Europa. Abbiamo ipotizzato una coppia con bassi consumi che non manda sms e totalizza complessivamente 60 minuti di telefonate al mese, una famiglia con due adolescenti (300 minuti) e un single con alti consumi (380 minuti).
Per intendersi, i timori sulla validità di tali calcoli – già emersi nel nostro forum – sono concreti. Comunque continuiamo a vedere cosa dicono queste proiezioni.
Dal confronto si ricava che H3G è l’operatore più conveniente per il primo «basket», cioè per chi telefona poco; mentre Wind ha le offerte economicamente più vantaggiose sia per la famiglia di quattro persone che per il single. Infatti la coppia spende 10,2 euro mensili con H3G, 11,6 con Wind, 12,3 con Vodafone e 15,5 con Tim. La famiglia con i due figli adolescenti 87,4 euro con Wind, 89,9 con H3G, 98,8 con Vodafone e 116 con Tim. E il single 94,9 euro con Wind, 101,6 con H3G, 110,2 con Vodafone e 136 con Tim.
Da questo confronto — pur con i limiti e le avvertenze ricordati— emergono comunque alcune cose molto chiare. La prima è che la concorrenza nella telefonia mobile è molto forte, visto che la differenza di prezzo può superare addirittura il 50%. In secondo luogo Wind si caratterizza come la compagnia low cost della telefonia mobile. H3G ha un profilo simile, ma punta su una competizione di servizio e non solo di prezzo: è stata la prima a lanciare l’Umts, offre la tivù mobile con standard Dvb-h (come anche Tim e Vodafone), fa un marketing innovativo che consiste nel quasi regalare (in gergo sussidiare) il telefonino. Una strategia che tuttavia finora non l’ha premiata. Se Wind è Ryanair, Tim e Vodafone sono le compagnie di bandiera. Tim resta la più costosa. E questo sembra confermare la buona reputazione e la fedeltà al marchio di cui gode presso il pubblico. Mentre Vodafone riesce a collocarsi in uno spazio intermedio tra low cost e offerta di qualità, probabilmente cogliendone i vantaggi in termini sia di quote di mercato che di redditività. Fin qui la telefonia mobile.
dal “Corriere della Sera” Telefoni e concorrenza, tariffe a confronto
Insomma, per chi segue la telefonia via internet niente di nuovo. Solo che stavolta il “Corriere della Sera” ha detto quel che molti sapevano. Comunque per riassumere Wind vince per convenienza (2 casi su 3), H3G segue a ruota e il duo Tim/Vodafone viaggia a distanza siderale con costi pressoché doppi. Come i loro clienti rispetto al terzo e quarto gestore, strano paese l’Italia.
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