Chili, la piattaforma internet di streaming di film Fastweb creata nel 2011, diventa indipendente e apre il capitale a nuovi soci.
Chili è una “over the top TV” nata nel 2011: un piccolo gruppo di dirigenti ed esperti di tecnologia, con alle spalle la creazione nel 2001 della prima IPTV al mondo, di fronte alle nuove tendenze di mercato hanno ideato e sviluppato una piattaforma internet per il cinema on demand.
La necessità di operare in un contesto di mercato molto dinamico e in continua evoluzione, che richiede innovazione, flessibilità decisionale e velocità di esecuzione ha portato Fastweb alla decisione di effettuare lo spin off delle attività di Chili dando vita ad una società per azioni.
Soci di riferimento della nuova Chili spa sono i fondatori: Stefano Parisi che ricopre il ruolo di presidente, Giorgio Tacchia amministratore delegato, Alessandro Schintu responsabile marketing & comunicazione e Stefano Flamia responsabile tecnico. A credere nel progetto, nel suo management, e nelle potenzialità di crescita del business, anche Antares Private Equity che ha deciso di entrare nella società con una quota del 15,4%. A seguito dell’aumento di capitale, ai manager fa capo il 43,2% di Chili spa, mentre Fastweb (tramite la controllata e.BisMedia) mantiene il 41,4% per cento delle azioni.
Chili spa si rivolge a un mercato in grande trasformazione: dal noleggio e vendita di film su supporto magnetico o digitale si è passati alla fruizione in streaming e download, grazie anche alla diffusione della banda larga e di PC, Smart Tv, smartphone, tablet e blu-ray che permettono di vedere film a casa e in mobilità.
Chili Cinema, presente come widget in molte Smart TV, sui browser all’indirizzo www.chili-tv.it, nonché come app per le piattaforme Android e iOS, offre in affitto o in vendita film italiani e stranieri senza la necessità di un abbonamento. “La distribuzione di film su Internet è un mercato in forte crescita in tutto il mondo, ad altissimo potenziale”, ha dichiarato Stefano Parisi. “Abbiamo una piattaforma di grande qualità di cui siamo proprietari e che sviluppiamo ogni giorno con grande attenzione alla domanda del mercato. Abbiamo al centro della nostra visione il cliente che deve avere un rapporto semplice con tutti i possibili terminali per poter godere un film come e quando vuole con altissima qualità video, a prezzi molto bassi. Abbiamo contenuti di grande qualità e vogliamo diventare la prima piattaforma di distribuzione di film in Italia. Con noi in questa nuova avventura abbiamo Fastweb e Antares. Due straordinari soci che credono in noi e nelle grandi potenzialità di questo business. Siamo qui per cambiare il mercato del cinema in Italia, per portare internet anche nelle case delle famiglie che non hanno neanche un computer”.
Il mercato di riferimento Il mercato di riferimento di Chili Cinema è quello dell’Home Entertainment, che vale in Italia circa 600 milioni di euro ottenuti grazie alla vendita di 47,4 milioni di supporti fisici e a 33 milioni di atti di noleggio.
Il mercato del noleggio fisico di film è in profonda crisi: tra il 2007 e il 2010 hanno chiuso oltre 1.400 punti vendita e recentemente anche Blockbuster ha cessato le sue attività. In Italia la prossimità media di un punto dove noleggiare i film è di 30 chilometri. Cresce blue ray e dell’alta definizione. Ma il fenomeno nuovo è quello della crescita della domanda di contenuti da acquistare o noleggiare via Internet. Secondo una ricerca condotta da Prometeia-Univideo, la fruizione di contenuti online sta entrando nei consumi degli italiani, così come è già successo nei mercati più avanzati, come gli Stati Uniti e l’Inghilterra.
Pur rappresentando oggi ancora una e il diffondersi di importanti abilitatori tecnologici, rappresentati da diverse tipologie di apparati una rapida crescita e ci si aspetta che la distribuzione digitale di contenuti rappresenterà il 6,7% del mercato nel 2015. Grazie alla diffusione del collegamento a banda larga delle famiglie che ha raggiunto i 13,5 milioni superando il 50% del mercato potenziale, alla crescente diffusione del Pc (57,6%), alla diffusione delle Smart TV che oggi sono circa un milione e mezzo, ma che raggiungeranno i 15 milioni nel 2015, dei tablet (circa 1,5 milioni di pezzi) e degli smartphone, anche associazioni come Anica vedono una potenzialità nella distribuzione di contenuti online, con effetti positivi sul giro d’affari complessivo del settore, che saranno tanto più rilevanti quanto più forme di fruizione legali sapranno prendere il posto di quelle illegali.
Una ricerca realizzata da Ipsos per FAPAV, la Federazione Anti Pirateria Audiovisiva, afferma che la perdita economica per l’industria cinematografica italiana a causa del fenomeno della pirateria è complessivamente stimata in circa 380 milioni di euro. Fapav stessa afferma però che il 77% del campione sarebbe interessato ad un utilizzo legale del vicini a quelli dell’uscita nei cinema.