In rassegna stampa odierna un’analisi di Repubblica Affari e Finanza, a firma s.car, riporta in primo piano tanto il progetto in fibra di Enel quanto l’arrivo di Iliad nel nostro mercato.
Il pezzo, a pagina 3, ha un titolo eloquente: “Con la fibra il mercato riparte, le Telco pronte alla battaglia aspettano lo sbarco di Niel“.
Un approfondimento interessante in cui emerge una dicotomia che potrebbe far ripartire di slancio il mercato delle telecomunicazioni italiane: lo spazio, da un lato, per operatori “low cost” e dall’altro per servizi di qualità che i clienti cercano sempre più spesso.
Da qui l’arrivo in anticipo sui tempi della fibra di Open Fiber potrebbe cambiare le carte in tavola.
L’analisi del quotidiana evidenzia due cose: la fine dell’emorragia delle linee fisse da una parte, l’aumento delle connessioni in banda larga dall’altra.
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Più complessa l’analisi del comparto della telefonia mobile, specie dopo la fusione tra Wind e 3. Iliad potrebbe avere più difficoltà del previsto: uno studio della Bernstein, riportato dall’articolo, infatti evidenzia che l’arrivo del quarto operatore mobile non dovrebbe avere particolari ripercussioni su bilanci come quello TIM. Almeno stando all’analisi della società statunitense.
Il problema low cost inoltre non è secondario. Sempre altri esperti segnalano come il mercato mobile italiano sia già con una buona parte di clientela con basso ARPU, e quindi basso spendente, con una spesa media tra i 6 e i 10 euro al mese. Difficile quindi replicare l’impatto sui prezzi come fece Free in Francia.
Non solo, altri brand – oltre a TIM che già l’ha reso noto – potrebbero partire con offerte dedicate proprio alla clientela che cerca il “basso costo”: tra queste, a sorpresa, Vodafone.
Al contrario, si legge, Fastweb Mobile una volta diventato Full MVNO dovrebbe puntare alla fascia di mercato più altospendente. Sarà così?
Intanto l’analisi completa è su “Affari e Finanza” in edicola oggi assieme a “la Repubblica”.