L’ottavo rapporto Rapporto Censis/Ucsi sulla comunicazione – promosso da 3 Italia, Mediaset, Mondadori, Rai e Telecom Italia – stamani è stato presentato a Roma confermando molte delle sensazioni che si erano registrato nel corso del 2009.
I dati più interessanti si registrano, infatti, nel campo dei new media. Infatti, in un campo dove si registra crescita la crescita diffusione di tutti i mezzi di comunicazione tra il 2001 e il 2009, sono aumentati gli utenti di Internet (+26,9%) e dei telefoni cellulari (+12,2%). Gli utenti della Tv invece arrivano a quota 97,8% della popolazione, praticamente onnipresente. Ancora non lo è il cellulare (che sale all’85%), ma ci va molto vicino. Delude, al di là del lampante dato di crescita, il mondo di internet diffuso solo tra il 47% degli italiani. Un dato tendenzialmente scarso per un paese in area Ocse.
Comunque il trend generalizzato vede i nuovi mezzi di comunicazione affiancarsi ai precedenti con metodi di sviluppo probabilmente ancora da approfondire nei prossimi anni.
Alla presentazione di questa giornata di lavori erano presenti molti nomi importanti, tra cui Giuseppe De Rita e Giuseppe Roma, Presidente e Direttore Generale del Censis, Renato Schifani, Presidente del Senato, Andrea Melodia, Presidente dell’Ucsi, Fedele Confalonieri, Presidente di Mediaset, Maurizio Costa, Amministratore Delegato di Mondadori, Roberto Forte, Direttore Mobile Tv di H3G Italia, e Carlo Malinconico, Presidente della Fieg.
Sulla mobile TV è stato presentato un buon dato che però esula dai dati di ascolto: la televisione in mobilità, infatti, interessa’ l’1,7% della popolazione. Tutto questo mentre quella via internet triplica la propria utenza, passando dal 4,6% al 15,2%.
L’ultima riflessione però fa riflettere tutti: è un boom per il press divide che aumenta a vista d’occhio. Nel 2006 era il 33,9% degli italiani a non avere contatti con i mezzi a stampa, mentre nel 2009 si e’ arrivati al 39,3% (+5,4%). Ad aumentare negli ultimi anni l’estraneita’ ai mezzi a stampa, e in misura rilevante, sono stati i giovani (+10%), gli uomini (+9,9%) e i più istruiti (+8,2%), cioè – come è stato sottolineato – i soggetti da sempre ritenuti il traino della modernizzazione del Paese. E da qui l’Italia deve saper ripartire.