L’Amministratore delegato ha illustrato ad Agenzia Nova il Piano industriale al 2023
Torri smart, sviluppo delle micro-coperture indoor e outdoor con i sistemi di antenne distribuite (Distributed Antenna Systems – DAS) e le Small Cells, realizzazione di backhauling in fibra ottica e incremento dei terreni di proprietà: è su questi fronti che saranno indirizzati i 600 milioni di investimenti previsti nel Piano industriale al 2023 di INWIT, illustrato dall’amministratore delegato Giovanni Ferigo in un’intervista ad Agenzia Nova.
Un piano ambizioso, con prospettive molto positive per i prossimi tre anni: una crescita media annua di otto punti percentuali per ricavi e margine operativo lordo (Ebitda) e del 22 per cento relativamente al recurring free cash flow. “All’interno della nuova INWIT Tim e Vodafone hanno trovato un punto di sintesi e collaborazione fattiva: ora il processo di integrazione è finito, e siamo pronti ad attuare il Piano aiutando tutti gli operatori mobili ad affrontare la nuova frontiera del 5G con le nostre torri”, ha detto, aggiungendo che già alla fine del 2020 “dimostreremo che siamo sulla giusta via”.
Un business in forte crescita quindi, con il Piano che prevede un rafforzamento dell’ospitalità soprattutto per Tim e Vodafone – con oltre diecimila nuove ospitalità a sostegno dello sviluppo efficiente del 5G – ma anche per tutti gli altri operatori del mercato sia mobile che FWA (Fixed Wireless Access) come Eolo, Open Fiber, Linkem o Fastweb, essendo INWIT un “neutral host”. Parlando dei progetti che la società ha in programma nel prossimo futuro, Ferigo ha ribadito la totale concentrazione della compagnia sull’attuazione del Piano. “Dobbiamo garantire ai nostri azionisti i risultati che abbiamo proposto: siamo una società che ha solo crescita organica, con tassi che non hanno grandi eguali in Europa”, ha spiegato l’Ad, sottolineando però – in termini di operazioni inorganiche – un interesse della compagnia riguardo i “business adiacenti che ci possono aiutare nella crescita, dall’edge computing ai mini data center da posizionare alla base delle nostre torri per quei servizi che hanno bisogno di bassa latenza, fino ad arrivare al mondo dei droni”.
“Su quest’ultimo fronte, abbiamo iniziato a sperimentare con una startup italiana soluzioni per ospitare piccoli droni senza l’operatore a vista (BVLOS”)“. L’applicazione rappresenterebbe una svolta importante all’interno del mercato delle torri, che sta già attraversando una fase di forte innovazione grazie ad altre soluzioni come le Small Cells e i sistemi di antenne distribuiti (DAS) che consentono di gestire in maniera efficiente il segnale di telefonia mobile anche in aree esterne molto affollate come stadi, università, stazioni o impianti industriali. Su questo fronte INWIT è già molto attiva, e ad oggi copre con i DAS oltre 20 grandi ospedali, quasi tutte le maggiori stazioni d’Italia, le università Luiss e Federico II di Napoli e numerosi hotel di lusso e impianti industriali.
Una svolta, quella profilata dal Piano industriale, verso torri sempre più intelligenti che potrebbero dare un contributo concreto alla riduzione del divario digitale in Italia, anche nell’ottica delle risorse europee del Recovery fund. “Siamo in contatto con esponenti del governo e del Parlamento, a cui abbiamo ribadito la disponibilità delle nostre torri e soluzioni che, portando installazioni rapide e multi-operatore in aree a fallimento di mercato, possono fornire servizi anche nelle zone in cui la fibra arriverà molto tardi, anticipando di fatto la digitalizzazione del paese”, ha spiegato Ferigo, sottolineando di avere già riscontrato un interesse concreto nei confronti delle soluzioni e dei progetti avanzati dalla società. “Avendo torri smart anche in termini di installazione, che possono ospitare più operatori, apriamo il mercato a chiunque anche sul piano della fornitura del servizio”, ha aggiunto, ribadendo l’elevata expertise di INWIT soprattutto nelle coperture indoor.
“Siamo front runner in Europa nelle soluzioni 4.0: in questa direzione va anche l’accordo che abbiamo firmato recentemente con Philip Morris per il nuovo stabilimento del Gruppo a Valsamoggia, in provincia di Bologna, che consentirà l’abilitazione dei servizi 5G che gli operatori propongono”, ha continuato Ferigo, che ha sottolineato di aspettarsi un 5G “molto più B2B (Business to Business) che B2C (Business to Consumer)”, che arriverà al consumatore finale in un secondo momento.
Via inwit.it