La lettera delle Associazioni Adiconsum, Adoc, Cittadinanzattiva, Federconsumatori, Udicon
Tim e WindTre, le aziende di comunicazioni con il maggior numero di utenti in Italia, hanno recentemente modificato le condizioni dei propri contratti, arrogandosi la possibilità, a partire dal 1° gennaio 2024, di modificare in qualsiasi momento le tariffe applicate ai loro servizi, adeguandoli al tasso annuale di inflazione ISTAT, escludendo inoltre il diritto di recesso per gli utenti. Sono previsti incrementi minimi fissi del 5%, anche in caso di tasso di inflazione inferiore a tale livello.
Una decisione del tutto arbitraria e a nostro avviso vessatoria, che limita fortemente la libera scelta del consumatore di disdire senza costi il contratto.
Tale pratica impone agli utenti, già vittime di rincari diffusi in tutti i settori, un’interpretazione arbitraria delle regole, che squilibra il mercato delle telecomunicazioni, provocando danni in tutto il comparto.
Abbiamo manifestato il nostro dissenso alle aziende coinvolte, che giustificano tale condotta con “la forte crisi che sta investendo il settore a causa di eccessivi costi infrastrutturali ed energetici, tale da mettere in serio rischio la sostenibilità economica delle stesse imprese” – a detta del management.
Quello delle comunicazioni è un settore vitale per il Paese: riveste un ruolo strategico nello sviluppo, nella democrazia, nonché si configura come un servizio universale e quindi indispensabile per i cittadini/consumatori, per questo richiede un’attenzione particolare e scelte strategiche nell’interesse dell’intera collettività.
Alla luce di tale situazione è necessario e urgente l’intervento del Governo per garantire, nell’immediato, l’eliminazione delle condizioni contrattuali ingiustamente introdotte e, contestualmente, aprire un Tavolo tecnico con tutti gli attori del comparto delle TLC, che coinvolga le Associazioni dei Consumatori, per individuare soluzioni che garantiscano un rilancio del settore senza che, a farne le spese, siano i cittadini attraverso ingiusti aumenti tariffari.
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