Le tariffe regolamentate di roaming internazionale in Europa non sono mai piaciute ai gestori. La decisione della Commissione era stata anche impugnata, anche se già a fine dello scorso anno l’avvocato generale della Corte di Giustizia Ue, Miguel Poiares Maduro, in risposta a un ricorso avanzato Vodafone, Telefonica O2, T-Mobile e Orange aveva espresso il suo parere sulla legittimità dell’Eurotariffa.
Oggi arriva la conferma dalla stessa Corte di Giustizia Ue che respinto il reclamo contro il regolamento istitutivo della speciale tariffa di roaming.
Secondo l’organo di giustizia comunitario “il regolamento […] è valido poiché punta effettivamente a migliorare il funzionamento del mercato interno e risponde ai principi di proporzionalità e sussidiarietà“.
Secondo i quattro gruppi operanti nella telefonia mobile l’Eurotariffa, fissando i prezzi massimi al dettaglio, avrebbe infatti violato i principi di sussidiarietà e/o di proporzionalità. In realtà i giudici, dopo aver evidenziato che il livello del prezzo medio di una chiamata in roaming nella Comunità era di 5 volte il costo reale della fornitura del servizio all’ingrosso, hanno sottolineato che il rapporto tra i costi e i prezzi non era quello che avrebbe dovuto sussistere in mercati pienamente competitivi.
La Commissione quindi ha ben operato trovandosi di fronte ad una situazione in cui era necessario far scendere i prezzi al dettaglio senza influire su quelli all’ingrosso. Il livello del prezzo medio di una chiamata in roaming nell’Unione all’epoca dell’adozione del regolamento ammontava a ben 1,15 euro al minuto.
La Corte di Giustizia ha quindi concluso che, trovandosi i singoli stati membri in una situazione di impossibilita’ di poter agire sui prezzi da soli, “il legislatore comunitario poteva legittimamente ritenere necessario un approccio comune a livello comunitario per garantire il funzionamento armonizzato del mercato interno, consentendo cosi’ agli operatori di agire nell’ambito di un unico contesto normativo coerente“.