Nel capitolo della conciliazione paritetica aggiungiamo un nuovo parere, stavolta quello di Remigio del Grosso, Segretario Nazionale della Lega Consumatori: “La richiesta di H3G di cancellazione della propria procedura di conciliazione tra quelle riconosciute ufficialmente dall’Agcom, ha scatenato una diatriba dai toni molto accesi – con l’interessato intervento del dr. Pecoraro dell’ANPAR – tra le associazioni dei consumatori e l’operatore mobile”.
“H3G, in pratica, ha riconosciuto che – con l’attuale struttura logistica ed amministrativa (evidentemente, scarsità di personale e di risorse economiche) – non può aprire la conciliazione paritetica anche a quegli utenti che non intendono passare preventivamente per le associazioni dei consumatori. Poichè questo è un requisito indispensabile per ottenere il riconoscimento delle Istituzioni – in primis l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni -, H3G ha dovuto giocoforza richiedere la cancellazione della propria procedura dall’elenco Agcom. D’altronde le stesse associazioni dei consumatori, fin dal 1991, da quando cioè hanno varato la prima procedura di conciliazione con Telecom Italia, non hanno mai preteso “l’esclusiva” della rappresentanza degli interessi di tutti i consumatori, ma soltanto di quelli che a loro si rivolgevano. Le istanze degli utenti che avviavano la procedura direttamente con l’operatore telefonico, venivano quindi assegnate – per la discussione davanti alla commissione paritetica – secondo un criterio turnario, alle varie associazioni di consumatori.
In verità, H3G si è dichiarata disponibile a continuare a discutere “pariteticamente” le domande di conciliazione che le pervengono tramite le associazioni dei consumatori. Ma, a questo punto, poichè si tratterebbe di una procedura non riconosciuta da Agcom, la Società dovrebbe assicurare un esito positivo con una percentuale del 100%, altrimenti il tentativo di conciliazione non riuscito sarebbe un’inutile perdita di tempo e bisognerebbe necessariamente portare la vertenza davanti ai Corecom, per poter poi avere il diritto – in caso di esito negativo – di adire le vie legali. Come si vede, pertanto, si tratta di delicati aspetti legali che, mentre non inficiano la volontà dell’azienda di comporre bonariamente le vertenze, non consentono alle organizzazioni dei consumatori di portare serenamente “in sede paritetica” le istanze di conciliazione che pervengono dai propri associati. E’ inutile sottolineare che tali problemi non esistono in tutti gli analoghi “tavoli” di conciliazione con gli altri operatori”.
Remigio del Grosso, Segretario Nazionale della Lega Consumatori