Non è la prima volta che è stata proposta (è già accaduto nel 2004, ndr), ma l’ipotesi di una tassa sugli SMS presente ieri in un DL per i fondi alla protezione civile ha creato un movimento d’opinione piuttosto imponente.
Probabilmente l’ondata lunga delle prime proteste dei consumatori è stata quasi ininfluente rispetto alle mosse degli stessi operatori telefonici.
Le pressioni per evitare una tassazione elevate, fino a 2 centesimi per singolo messaggio di testo, infatti avrebbe mosso non poche difficoltà agli operatori del settore che già soffrono la concorrenza della nuova messaggistica che sfrutta internet evitando il servizio SMS vero e proprio.
Comunque la notizia che conforta gli utilizzatori più massicci dei messaggini arriva dalle agenzie e dai quotidiani nazionali già nella tarda serata di ieri: Palazzo Chigi infatti avrebbe deciso di soprassedere.
Rimane comunque in bilico la sorte del famigerato articolo 4, comma h che prevedeva la tassa sugli SMS: infatti, pur scampando i messaggi l’altra ipotesi prendeva in considerazione che il Fondo contro le calamità fosse alimentato attingendo agli aumenti delle accise sui carburanti, fino a 5 centesimi al litro di accise regionale e fino a 5 centesimi al litro di accise statale. Dai telefoni alle auto.