La Commissione europea ha chiesto formalmente all’AGCOM, l’autorità italiana di regolamentazione delle telecomunicazioni, di revocare o modificare la sua proposta relativa ai prezzi applicabili per l’accesso a banda larga all’ingrosso per tutto il 2013, ossia le tariffe che l’operatore dominante, Telecom Italia, può imporre agli altri operatori che vogliono vendere servizi a banda larga utilizzando la rete di accesso in rame di Telecom Italia.
Dopo un’analisi durata tre mesi e tenendo nella massima considerazione il parere del BEREC (che, a giudizio della Commissione, non ha fornito argomenti sostanzialmente nuovi rispetto a quelli dell’AGCOM) la Commissione continua a ritenere che l’AGCOM abbia fissato tali tariffe sulla base di dati inadeguati e che il modo in cui le ha calcolate possa pregiudicare gli incentivi agli investimenti nella banda larga sia per Telecom Italia che per altri operatori.
La Commissione, d’altro canto, è ora soddisfatta del chiarimento dell’AGCOM, che ha specificato che le parti interessate sono state informate sul mutato approccio dell’AGCOM nel calcolo dei prezzi di accesso.
La Commissione raccomanda pertanto all’AGCOM di aggiornare il metodo di calcolo delle tariffe (WACC) in base agli ultimi dati disponibili, in un modo più accurato che, oltre a rispecchiare gli sviluppi persistenti del mercato che incidono sul tasso (sovrano) risk-free e sul rischio azionario, rifletta, più in generale, l’esigenza di stabilità, trasparenza e prevedibilità dei prezzi all’ingrosso di accesso alla banda larga evitando shock e fluttuazioni significativi.
Neelie Kroes, Vicepresidente della Commissione europea, ha dichiarato: “Una regolazione delle tariffe che non consente all’operatore regolato di trarre rendimento dal capitale investito non aiuta certamente a dotare l’Europa di reti moderne a beneficio dei suoi cittadini. La regolazione deve basarsi su metodi economici solidi e dati aggiornati che rispecchino gli sviluppi del mercato, in modo da garantire che sia gli operatori regolati sia quelli alternativi abbiano gli incentivi giusti a investire in nuove tecnologie e la concorrenza non sia falsata”.
Ogni nuova misura dovrebbe inoltre tenere conto della raccomandazione della Commissione sugli obblighi di non discriminazione e sulle metodologie di determinazione dei costi per promuovere la concorrenza e migliorare il contesto per gli investimenti nella banda larga (cfr. IP/13/828 e MEMO/13/779).
Questa è la decima volta che la Commissione formula una raccomandazione a norma dell’articolo 7 bis della direttiva sulle telecomunicazioni (MEMO/10/226).