La Strategia italiana per la banda ultralarga prevede l’impiego di 6 miliardi di euro di risorse pubbliche provenienti dai fondi FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale), FEASR (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale), FSC (Fondo per lo Sviluppo e la Coesione) e dai fondi collegati al Piano Junker.
Nel documento elaborato da AgID (Agenzia per l’Italia Digitale) e approvato dal Consiglio dei Ministri, si fa spesso riferimento agli Orientamentid ell’Unione europea per l’applicazione delle norme in materia di aiuti di Stato in relazione allo sviluppo rapido di reti a banda larga.
Ai fini della valutazione degli aiuti di Stato, gli Orientamenti comunitari distinguono tra reti a banda larga di base e reti NGA (Next Generation Access). «Tra le reti a banda larga di base si possono considerare varie piattaforme tecnologiche differenti, comprese le soluzioni ADSL […] e i sistemi satellitari», spiega la Commissione europea.
Le reti NGA sono invece reti di accesso che «si basano in tutto o in parte su elementi ottici e in grado di fornire servizi di accesso a banda larga con caratteristiche più avanzate rispetto alle attuali reti a banda larga di base».
Per confrontare tutte le soluzioni di mercato per accedere a Internet a banda larga e banda ultralarga disponibili in Italia, si ricorda che è possibile affidarsi ai servizi di comparazione delle offerte ADSL e delle offerte Fibra Ottica curati dagli esperti di SosTariffe.it.
I finanziamenti pubblici e gli aiuti di Stato previsti in ambito UE sono necessari a completare gli investimenti privati attuati per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda digitale europea.
«Gli operatori commerciali costituiscono senza dubbio la prima fonte di investimento, ma è chiaro che gli obiettivi ambiziosi della strategia “Europa 2020” e dell’Agenzia digitale non potranno essere realizzati senza un uso razionale dei fondi pubblici», evidenzia infatti la Commissione europea.
E ancora: «I finanziamenti pubblici e gli aiuti di Stato sono destinati a svolgere un ruolo importante per estendere la banda larga e la copertura delle reti d’accesso di nuova generazione ultraveloci ad aree geografichedove, con ogni probabilità, gli operatori di mercato saranno restii a fare investimenti commerciali nel prossimo futuro».
Ecco perché, con riferimento sia alla banda larga di base sia alla bandaultralarga (reti NGA), si distingue tra aree bianche, grigie e nere. Distinzione che tiene conto della situazione sui mercati di backhauling(infrastrutture di rete che collegano le centrali alle dorsali) e in quelli di accesso.
- Banda larga di base: aree bianche
Si definiscono aree bianche le zone in cui le infrastrutture per la banda larga sono inesistenti e nelle quali è poco probabile che le stesse saranno sviluppate nel prossimo futuro.
Nel fornire sostegno finanziario alla fornitura di servizi a banda larga nelle aree bianche, gli Stati membri perseguono autentici obiettivi di coesione e di sviluppo economico e l’intervento è quindi probabilmente conforme all’interesse comune, spiega la Commissione europea. - Banda larga di base: aree grigie
Si definiscono aree grigie quelle in cui è presente un unico operatore di rete ed è improbabile che nel prossimo futuro sia installata un’altra rete.
«La semplice presenza di un operatore di rete non esclude necessariamente un fallimento del mercato o l’esistenza di problemi di coesione», evidenza la Commissione europea, perché, in presenza di un operatore con potere di mercato (monopolio), potrebbero verificarsi le seguenti situazioni:
1) i servizi forniti ai cittadini potrebbero avere un rapporto qualità/prezzo inferiore
2) determinate categorie di utenti potrebbero non essere adeguatamente servite
3) in mancanza di tariffe regolamentate per l’accesso all’ingrosso, i prezzi al dettaglio potrebbero essere più alti di quelli applicati agli stessi servizi offerti in altre aree o in altre regioni del Paese più competitive
«Se inoltre è molto improbabile che infrastrutture alternative vengano realizzate da terzi, il finanziamento pubblico potrebbe rivelarsi una misura adeguata per perseguire tale scopo», prosegue la Commissione europea. Tuttavia, nelle aree grigie, il sostegno pubblico alla costruzione di una rete alternativa può interferire sulle dinamiche di mercato e dunque può essere giustificato soltanto laddove «possa essere chiaramente dimostrato un persistente fallimento del mercato».
Nelle aree grigie, pertanto, si rendono necessarie un’analisi più particolareggiata e un’attenta valutazione della compatibilità degli aiuti di Stato. Nello specifico, si può ricorrere al sostegno statale qualora sia dimostrato che:
1) non sono offerti servizi a prezzi abbordabili o adeguati a soddisfare il fabbisogno dei cittadini e dell’utenza commerciale
2) gli stessi obiettivi non possono essere raggiunti con misure meno distorsive della concorrenza - Banda larga di base: aree nere
Si definiscono aree nere quelle in cui operano oppure opereranno nel prossimo futuro almeno due diversi fornitori di servizi di rete a banda larga e la fornitura avviene in condizioni di concorrenza.
Nelle aree nere, di conseguenza, è molto improbabile che l’intervento pubblico apporti ulteriori benefici, mentre aiuti pubblici atti a finanziare la costruzione di un’altra rete a banda larga saranno tali da falsare la concorrenza in misura inammissibile.
- Banda ultralarga (reti NGA): aree bianche
Si definiscono aree bianche NGA le zone sprovviste di reti NGA e nelle quali è improbabile che, nei prossimi tre anni, investitori privati provvederanno a svilupparle. Le aree bianche NGA possono essere pertanto ammesse agli aiuti di Stato. - Banda ultralarga (reti NGA): aree grigie
Si definiscono aree grigie NGA le zone in cui è presente o sarà sviluppata nei tre anni successivi un’unica rete NGA e in cui nessun altro operatore ha in progetto di sviluppare una rete NGA nei prossimi tre anni.
«Nel valutare la possibilità che altri investitori possano sviluppare ulteriori reti NGA in una determinata area, occorre considerare l’eventuale presenza di misure regolamentari o legislative (accesso alle infrastrutture di posa, alle infrastrutture condivise ecc.) atte a ridurre gli ostacoli a sviluppi in tal senso», precisa la Commissione europea.
Nelle aree grigie NGA, quindi, si rende necessaria un’analisi più dettagliata per verificare se gli aiuti di Stato siano necessari, perché l’intervento pubblico comporta un rischio elevato di spiazzare gli investitori esistenti e falsare la concorrenza. - Banda ultralarga (reti NGA): aree nere
Si definiscono aree nere NGA le zone in cui sono presenti o saranno sviluppate nei prossimi tre anni almeno due reti NGA di operatori diversi. Il sostegno di Stato a una rete NGA supplementare, equivalente e finanziata con fondi pubblici in queste aree, rischia di provocare gravi distorsioni della concorrenza.