L’Antitrust ha ormai assunto un ruolo fondamentale nello scenario economico italiano e se ne ha prova sia nei momenti di sviluppo sia in quelli di crisi, quando la sfida che proviene dalle nuove tecnologie potrebbe far apparire il sistema in difficoltà: è il messaggio che Giuliano Amato, giudice costituzionale e già presidente dell’Agcm, ha voluto lanciare in occasione della sua “Lectio Magistralis” per il 25° anniversario dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
“L’Antitrust è riuscita in questi 25 anni a imporre in Italia la cultura della concorrenza – ha ricordato Amato, davanti ad alte cariche dello Stato, organi di controllo e di vigilanza, manager e dipendenti dell’Autorità – in un Paese a cui questa cultura era rimasta estranea. E nello stesso tempo, grazie alla qualità delle sue decisioni e del suo personale, si è impadronita degli strumenti di analisi del mercato che oggi la rendono autorevole entro i confini nazionali e anche nel consesso delle altre Autorità europee“.
Preceduto da un saluto del Presidente dell’Antitrust, Giovanni Pitruzzella, il quale ha sottolineato il cammino svolto dall’Agcm nel suo quarto di secolo di vita “sempre in stretto contatto con il diritto europeo“, Amato ha toccato tutti i temi salienti che rendono un mercato davvero liberalizzato: la lotta a oligopoli e nuovi monopoli; il potere sanzionatorio (“nei confronti delle aziende farmaceutiche e di chi viola le regole sulle gare pubbliche che hanno ricadute importanti anche in termini di risparmio”); l’utilizzo delle nuove competenze, come i poteri di leniency; la possibilità di accettare impegni dalle aziende; l’affidamento del Rating di legalità che l’Agcm attribuisce alle imprese virtuose.
Un “fil rouge” che, ripercorrendo gli anni in cui l’Italia è passata da un’economia in cui si pensava di “contrapporre il potere pubblico a quello privato a un sistema di regole precise da far rispettare“, ha condotto il giudice costituzionale – già ministro e Presidente del Consiglio – ad affrontare anche i nodi che oggi rappresentano le nuove sfide per chi tutela imprese e consumatori dagli abusi e che nascono dal potere di mercato dei grandi operatori della Rete e dai profitti che giungono dalla sharing economy. Sono elementi di un ‘’nuovo mondo’’ che solo apparentemente possono rendere meno importante l’azione antitrust in Italia e in Europa, ma che invece ne giustificano ancora di più l’esistenza, proprio perché il dominio del web da parte dei grandi player avviene in un contesto in cui non è ancora chiaro se ciò avviene “contro le regole o fuori dalle regole“.
Per questi motivi, ha concluso Amato, oggi l’azione dell’Antitrust diviene ancora più importante perché calata in un contesto di grande cambiamento in atto: i mercati innovativi e il potere di mercato che essi determinano, andranno vigilati con attenzione “senza ingabbiare o mettere il bastone nelle ruote del progresso ma facendo sì che questo nuovo sviluppo rispetti le norme delle leggi sulla concorrenza“.