L’anticipazione arriva nei giorni scorsi sulle pagine di Repubblica: “Sms per pagare parcheggio o ingresso alla Ztl. Il Garante alza la soglia di spesa a 12,5 euro“.
Un titolo che già spiega cosa sta per accadere.
Premessa. Lo scorso anno viene approvata la Direttiva (UE) 2015/2366 del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 novembre 2015 relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno, che modifica le direttive 2002/65/CE, 2009/110/CE e 2013/36/UE e il regolamento (UE) n. 1093/2010, e abroga la direttiva 2007/64/CE (Testo rilevante ai fini del SEE).
Cosa cambia? La precedente direttiva 2007/64/CE è stata adottata nel dicembre 2007, sulla base di una proposta della Commissione del dicembre 2005. Da allora, con la rapida crescita del numero di pagamenti elettronici e tramite dispositivo mobile e con la commercializzazione di nuovi tipi di servizi di pagamento, il mercato dei pagamenti al dettaglio ha registrato considerevoli innovazioni tecniche che rimettono in discussione il quadro attuale.
Dal riesame del quadro giuridico dell’Unione sui servizi di pagamento e, in particolare, dall’analisi dell’impatto della direttiva 2007/64/CE e dalla consultazione sul Libro verde della Commissione dell’11 gennaio 2012 dal titolo «Verso un mercato europeo integrato dei pagamenti tramite carte, Internet e telefono mobile», è emerso che gli sviluppi hanno dato origine a sfide significative sotto il profilo regolamentare. Rilevanti settori del mercato dei pagamenti, in particolare i pagamenti tramite carta, Internet e dispositivo mobile, rimangono frammentati lungo le frontiere nazionali. Molti prodotti e servizi di pagamento innovativi non rientravano, interamente o in buona parte, nell’ambito di applicazione della direttiva 2007/64/CE.
Inoltre, in alcuni casi l’ambito di applicazione della direttiva 2007/64/CE e, in particolare, gli elementi da esso esclusi, come determinate attività connesse ai pagamenti, si sono rivelati in alcuni casi troppo ambigui, troppo generici o semplicemente superati rispetto all’evoluzione del mercato. Tale situazione ha causato incertezza giuridica, potenziali rischi per la sicurezza della catena di pagamento e la mancanza di protezione dei consumatori in alcuni settori. Si è rivelato difficile per i prestatori di servizi di pagamento lanciare servizi di pagamento digitali innovativi, sicuri e di facile utilizzo e fornire a consumatori ed esercenti metodi di pagamento efficienti, comodi e sicuri. Esiste al riguardo un grande potenziale positivo che occorre sfruttare in modo più coerente.
Partendo da qui, con l’idea di partecipare all’armonizzazione che la direttiva prevede per il 2018, AGCOM aveva avviato una consultazione pubblica sul tema dei pagamenti tramite credito telefonico anche dietro la sollecitazione dei vari portatori di interessi. Chiusa la consultazione il Garante ha deciso di seguire alcune linee guida emerse e, come ricorda Repubblica, dà via libera ai 12,5 euro richiesti.
La direttiva Ue 2015/2366 – che l’Italia dovrebbe recepire e attuare a gennaio del 2018 – immagina tra l’altro un tetto di spesa autorizzabile ben più alto.
Si parla di 50 euro per ogni sms e di un limite di 300 euro per i servizi con abbonamento mensile.
Ovviamente si parla di abbonamenti e servizi, con la speranza che – come accaduto finora con i vari servizi VAS, tra cui gli stessi SMS premium – si riesca a tenere esclusi alcuni operatori che hanno sfruttato il precedente sistema per offrire servizi a sovrapprezzo al pubblico di scarsa utilità sociale.