Nel segmento residenziale WindTre risulta market leader. Tutti i dati della relazione annuale AgCom

di Andrea Trapani

Alcuni estratti dalla relazione annuale a cura di AgCom.

Nel 2016, nel settore delle comunicazioni (telecomunicazioni, media e servizi postali), le risorse economiche ammontano complessivamente a circa 53,6 miliardi di euro, in aumento (1,5%) rispetto al 2015.
Il contributo più rilevante proviene dal comparto delle telecomunicazioni, che rappresenta il 59% dell’intero settore (circa 31,9 miliardi di euro); seguono i media (televisione, radio, editoria e Internet), con un’incidenza sul totale pari al 28% (corrispondente a circa 14,7 miliardi di euro) e, infine, i servizi postali, con un’incidenza del 13% (circa 7 miliardi di euro). Nei settori delle telecomunicazioni e dei media è possibile ravvisare un’inversione di tendenza caratterizzata da un aumento (rispettivamente dello 0,2% e del 3,9%) dei ricavi complessivi. Per i servizi postali, continua il trend, riscontrato nel 2015, di aumento dei ricavi totali (+2,6%).

Nel segmento delle telecomunicazioni, mentre i ricavi da rete fissa mostrano ancora una contrazione, quelli da rete mobile esibiscono un deciso aumento (+2,4%). Per il settore dei media, la componente radiotelevisiva cresce del 6,5%, mentre continua a perdere risorse il comparto dell’editoria (-6%), seppur a un tasso inferiore rispetto al recente passato. L’online, al contrario, continua a espandersi (+14,8%). Le entrate riconducibili ai servizi postali continuano a mostrare una sensibile riduzione nella componente relativa al servizio universale (-12,6%), controbilanciata dalla crescita delle attività di servizi in esclusiva e di corriere espresso (rispettivamente, +9,1% e +8%).
Per quanto riguarda l’incidenza del settore delle comunicazioni e dei singoli segmenti che lo compongono sul PIL, si rileva una sua sostanziale costanza nel tempo. In particolare, il settore delle comunicazioni incide, nel suo insieme, per circa il 3,2% sul PIL, con le telecomunicazioni che pesano per l’1,9%, i media per lo 0,9%, e i servizi postali per lo 0,4%.

Dopo dieci anni di ininterrotta contrazione, nel 2016, il settore delle telecomunicazioni torna a crescere. La spesa di famiglie e imprese in servizi di telecomunicazioni, nel 2016, mostra un aumento vicino all’1%, rispetto ad una riduzione dell’1,8% registrata l’anno precedente. Continuano a contrarsi i ricavi dai tradizionali servizi voce (-7,6%), ma crescono le risorse derivanti dai servizi dati (+5,6%). Nel 2011, gli introiti derivanti da servizi voce risultavano ampiamente superiori a quelli derivanti da servizi dati, nel 2015 i ricavi sono arrivati a eguagliarsi, mentre nel 2016 si registra il “sorpasso” dei ricavi da servizi dati su quelli da servizi voce (Figura 1). Figura 1 – Telecomunicazioni fisse e mobili: ricavi da servizi retail voce e dati (miliardi di €) La domanda inizia a seguire l’offerta: nel corso del 2016 sono quasi raddoppiati gli accessi ultrabroadband (da 1,2 a 2,3 milioni). Con la progressiva diffusione della banda larga mobile, aumenta, in maniera sensibile, il consumo di dati (+46%) da device mobile. Mutano le dinamiche competitive in tutto il settore, anche se non sono ancora evidenti gli effetti, nella rete fissa, dell’entrata di Enel sul mercato della banda larga attraverso Open Fiber, e, nelle telecomunicazioni mobili, della fusione tra gli operatori Wind e H3G in WindTre (è inoltre atteso l’ingresso di Iliad nel 17,17 15,88 13,50 11,46 10,79 9,97 9,55 9,86 9,89 9,98 10,45 11,03 0 4 8 12 16 20 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Servizi voce Servizi dati Tassi di variazione 2015 – 2016 % +5,6 -7,6 11 Le dinamiche nel settore mercato mobile proprio per effetto delle condizioni poste per l’approvazione di questa operazione di concentrazione).

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L’andamento generale dei ricavi nelle reti di telecomunicazioni fisse e mobili è fortemente influenzato dall’andamento dei prezzi dei servizi che, negli ultimi anni, è stato in decisa riduzione, in controtendenza rispetto all’indice generale dei prezzi.
Nel 2016, le risorse degli operatori di telecomunicazione mostrano una lieve ripresa: la crescita è risultata mediamente pari allo 0,2%, ed è da attribuirsi ai servizi di rete mobile (+2,4%) il cui incremento, più che compensa la riduzione registrata per i servizi di rete fissa (-2%). I ricavi da servizi wholesale continuano nel complesso a diminuire (-3,1%), ma è da evidenziare come tale flessione abbia interessato, nel corso del 2016, principalmente i ricavi da servizi di rete fissa (-4,6%).

I ricavi da servizi di rete mobile, infatti, sono diminuiti solo dello 0,9%. L’andamento dei ricavi retail per tipologia di clientela mostra una riduzione, su base annua, per il segmento affari (-2,5%), e un aumento per quello residenziale (2,5%); tale aumento appare dovuto ai servizi su rete mobile, trainati dalla crescita dei servizi e delle applicazioni online che ha determinato una forte impennata nell’utilizzo di Internet da parte degli utenti. Gli investimenti complessivi in infrastrutture mostrano nel 2016 una riduzione di poco superiore al 5% rispetto al periodo precedente.
In particolare, mentre le attività di investimento nella rete fissa sono aumentate di circa il 6% e sono anche il risultato dell’attivismo degli operatori concorrenti all’incumbent (con una crescita del 6,7%) che puntano verso un maggior livello di infrastrutturazione, gli investimenti in reti mobili mostrano una consistente riduzione (-20,6%) che, comunque, sembra essere la naturale conseguenza dei rilevanti impegni registrati negli anni precedenti per il completamento delle reti 4G.
Con riferimento alla distribuzione della spesa per servizi di rete fissa e mobile delle famiglie e delle imprese, tra i principali operatori cresce, anche se in misura inferiore al punto percentuale, il volume di affari di WindTre (+0,7), Vodafone (+0,4) e Fastweb (+0,2), mentre arretrano Telecom Italia (-0,7), BT Italia (-0,6) e Tiscali (-0,1). Nel 2016, si osserva una flessione negli introiti retail dell’1,3%, attribuibile principalmente alla riduzione dei ricavi da servizi di telefonia vocale (-11,9%). I ricavi derivanti dai servizi dati, invece, evidenziano una crescita del 4,4%.

Mercato mobile – Il 2016 registra per la prima volta da cinque anni un aumento dei ricavi da servizi retail pari al 2,9%, che si articola in maniera diseguale fra le varie tipologie di servizi: i ricavi da servizi voce si riducono del 4,1%, mentre i proventi derivanti da servizi dati crescono del 6,9%. In termini di volumi, i servizi voce nel 2016 registrano una crescita del 2,6%. A crescere sono in particolare le chiamate “off net” (+11,0%) e tale fenomeno risulta legato alla riduzione dei prezzi di terminazione mobile prevista dall’Autorità. Cresce anche il traffico verso la rete fissa (+1,9%), a seguito, in particolare, della progressiva diffusione di offerte commerciali che prevedono un bundle di servizi di rete mobile e fissa. Con riferimento ai servizi dati offerti dagli operatori mobili, i volumi di traffico nel 2016 superano i 1.000 Petabyte (+46% rispetto al 2015). Alla base del consistente aumento del consumo di dati vi è principalmente la diffusione dei social network e dei servizi disponibili sul web; nel 2016 il consumo medio mensile è stato pari a 1,76 Gigabyte, valore con tassi di crescita in aumento: l’anno scorso l’incremento si attestava al 25%, quest’anno sale fino al 33% .

Si amplia il divario tra le SIM che utilizzano esclusivamente servizi voce e quelle impiegate anche per navigare in rete e ciò rappresenta uno degli effetti del processo di sostituzione fra servizi di messaggistica tradizionale e servizi di messaggistica online indotto dalla capacità di questi ultimi di arricchire la comunicazione tra gli utenti con la condivisione istantanea, oltre che del testo, anche di suoni e immagini. I ricavi da servizi dati mostrano una dinamica disomogenea tra i vari segmenti che compongono il settore: si registra un’ulteriore flessione degli introiti da SMS (-10%), mentre i servizi di accesso e navigazione in Internet continuano a crescere sensibilmente (+11,2%).
Nel segmento residenziale, WindTre risulta market leader. Nel segmento della clientela affari invece, Telecom Italia, pur perdendo 1,4 punti percentuali, rimane saldamente il primo operatore con una quota di mercato di oltre il 48%, mentre WindTre e Vodafone, sebbene in crescita, non arrivano a rappresentare, ciascuna, un quarto del mercato business.

Tra gli operatori mobili virtuali, i cosiddetti MVNO, PosteMobile continua a rappresentare poco meno della metà del segmento in esame.