E’ virale in queste ore la notizia, o meglio escamotage, con cui Agcom ha chiesto con 4 delibere distinte a TIM, Vodafone, Wind Tre e Fastweb di rimborsare i clienti per la tariffazione ogni 4 settimane una volta tornati, a regime, a quella mensile.
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La ratio di un rimborso per tutti è chiara e spiegata dalla stessa Autorità: “Tale misura si è resa necessaria, tra l’altro, per evitare che ogni singolo utente dovesse agire uti singulus per il recupero di tale “erosione”, mediante procedure contenziose che, sebbene gratuite, avrebbero rappresentato comunque un aggravio sproporzionato rispetto al valore dell’indebita erosione e che, per altro verso, avrebbero comportato un carico insostenibile per il sistema giustiziale affidato all’Autorità dall’art. 84 del Codice e regolato dalla delibera n. 173/07/CONS.
La parziale sospensione dell’efficacia della delibera n. 497/17/CONS, disposta dal TAR del Lazio con ordinanza n. 791/18, nella parte relativa al meccanismo di restituzione che prevedeva lo storno in fattura di un importo corrispondente ai giorni erosi e, per l’effetto, il congelamento di ogni aspettativa dell’utenza almeno fino all’udienza di merito del 31 ottobre 2018, lascerebbe gli utenti privi di una tutela immediata ed effettiva, in quanto essi sarebbero costretti ad attendere molti mesi prima di vedersi riconosciuta tale restituzione, e nel frattempo non sarebbero nemmeno pienamente liberi di migrare verso altri operatori.”
Cosa accade in pratica? Il rimborso arriva sotto forma di sconto per le bollette emesse dopo il 23 giugno 2017, visto che – in estrema sintesi – l’Agcom ha imposto agli operatori di scontare dalla prossima fattura i giorni in più già pagati. L’espediente, come scritto dall’Authority, serve de factio per aggirare lo stop del Tar; con questa soluzione infatti non si avranno rimborsi monetari ma “temporali”.
Quanti giorni saranno? Il sistema di calcolo viene spiegato dalla stessa Agcom: la regola si basa sul fatto che, se dal 23 di giugno le compagnie telefoniche si fossero adeguate al ciclo mensile, le bollette avrebbero dovuto coprire fino al 22 luglio. Invece, con il sistema a 28 giorni, si sono fermate a due giorni prima.
In pratica gli operatori dovranno posticipare il periodo di calcolo della prossima bolletta utile, sottraendo un numero di giorni pari a quelli erosi, mese dopo mese, con il sistema a quattro settimane. Sarà così o i gestori si opporranno per l’ennesima volta a una delibera AgCom?