Grande discussione sui servizi di emergenza in quest’estate dopo la tragica fine di Simon Guatier.
Proviamo a fare un po’ di cronistoria e chiarezza sul tema. Grazie alla normativa UE adottata nel 1991, le chiamate al 112 sono gratuite in tutti gli Stati membri e, come annunciato l’anno scorso, sono potenzialmente sempre più efficaci grazie all’introduzione del servizio di localizzazione avanzata di emergenza (AML).
Infatti, segnala la Commissione Europea, ogni anno circa 300.000 persone che chiamando i servizi di emergenza non riescono a descrivere la loro posizione, perché non sanno dove si trovano, oppure perché sono troppo giovani o gravemente feriti. In questi casi conoscere la localizzazione esatta del richiedente aiuto può aiutare i servizi di emergenza a reagire assai più rapidamente e a salvare vite. Per agevolare questa funzione lo scorso anno si è deciso, a livello UE, che tutti gli smartphone venduti all’interno dell’Unione dovranno inviare ai servizi di emergenza la posizione precisa di chi chiama il 112.
Sempre che sia tecnicamente attivo il servizio. Infatti, solo nei paesi che supportano il servizio di AML le chiamate da cellulare potranno inviare al servizio di emergenza dati più accurati sulla posizione. L’AML traccia infatti la chiamata entro un perimetro inferiore ai 100 metri; un grado di precisione che potrà contribuire a migliorare l’efficienza e i tempi di risposta dei centri di emergenza.
Nel 2018 erano sette i paesi ad avere introdotto questo servizio: Austria, Belgio, Estonia, Finlandia, Irlanda, Lituania e Regno Unito. Rispetto al 2018, quando la Commissione aveva fatto la prima ricognizione, ora si potrebbe dire (sbagliando) che si è aggiunta anche l’Italia. È vero solo in parte, il servizio 112 NUE da noi è senza AML (in Italia la localizzazione è sulla base della cella telefonica che ha un margine maggiore di errore, ndr) e con una diffusione assai limitata: inoltre la procedura per localizzare le chiamate è diversa a seconda se si telefona da una regione in cui c’è il numero unico o meno e se si chiama da fisso o mobile.
Dove attivo, in Italia come funziona il numero di emergenza europeo?
In caso di emergenza, si compone l’ 112 (uno-uno-due) e la telefonata arriva ad una centrale di risposta, dove è subito visualizzato il numero del chiamante e individuato, su mappa geografica, il punto dal quale è partita la chiamata.
Il numero di chi chiama è sempre visibile all’operatore anche se si utilizza il servizio di “ID Privato” (funzione della rete telefonica di override).
Per le chiamate provenienti da telefono fisso viene visualizzato il punto dove si trova il telefono.
Per le chiamate provenienti da telefono cellulare viene visualizzata l’area di copertura della cella telefonica.
In entrambi i casi la chiamata viene inoltrata alla Centrale operativa competente per la tipologia di emergenza.
In attesa della realizzazione su tutto il territorio nazionale delle Centrali Uniche di Risposta (CUR), ove queste ultime non sono presenti, il Servizio NUE 112 (uno-uno-due) è assicurato dalle Centrali operative dell’Arma dei Carabinieri.
Maggiori informazioni sulla diffusione del servizio di localizzazione avanzata di emergenza sono disponibili su un sito governativo dedicato: su 112.gov.it si possono avere molte informazioni tra cui, ad esempio, proprio la localizzazione delle CUR (Centrale Unica di Risposta).
Al momento le Centrali Uniche di Risposta (CUR) sono operative in Friuli Venezia Giulia, Lazio (prefisso telefonico 06), Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia orientale, Valle d’Aosta e nelle Province Autonome di Trento e Bolzano. Ad oggi le 10 CUR servono oltre 30 milioni di cittadini.
Perché sono importanti? Perché quando l’operatore della CUR risponde alla chiamata riceve in tempo reale il numero telefonico e la localizzazione del chiamante, che vengono automaticamente inseriti in una scheda in formato digitale (scheda contatto).
La scheda è poi integrata con le informazioni sulla tipologia di soccorso necessario e trasferita, insieme alla chiamata, alla Centrale operativa di secondo livello a cui compete l’intervento (Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Vigili del Fuoco ed Emergenza Sanitaria).