Ad un anno dall’entrata in vigore del Regolamento Geoblocking (CE 2018/302) attraverso cui l’UE ha introdotto misure stringenti volte a impedire i blocchi geografici e le altre forme di discriminazione basate sulla nazionalità, sul luogo di residenza o di stabilimento dei consumatori, il Centro Europeo Consumatori Italia, designato quale organo competente a prestare assistenza ai consumatori penalizzati da pratiche discriminatorie, traccia un bilancio dell’attività compiuta nel corso dell’anno e pubblica sul proprio sito web un leaflet esplicativo delle condotte vietate dalla normativa.
Nello svolgimento dell’attività di assistenza, è infatti chiaramente emersa l’esigenza di implementare l’informazione relativa ai contenuti e agli effetti della recente normativa, grazie alla quale, nell’acquisto online di beni e servizi, non sono più ammessi blocchi, limitazioni o disparità di trattamento che non siano legittimati da particolari circostanze o da specifiche e peculiari disposizioni nazionali.
L’analisi delle richieste di informazione e dei reclami gestiti dal Centro Europeo Consumatori Italia rivela la persistenza, all’interno del mercato unico, di illegittime restrizioni che, di fatto, impediscono ai consumatori di beneficiare appieno del mercato unico attraverso l’accesso ad una scelta più ampia di beni e servizi e di condizioni più vantaggiose. La necessità di una maggiore informazione dei consumatori in merito al loro diritto ad un libero accesso ai beni e servizi offerti all’interno dell’UE è emersa, inoltre, nelle numerose occasioni di dibattito e confronto non solo con i Centri Europei Consumatori della rete ECC-Net, ma anche nei tavoli di discussione tenuti con rappresentanti istituzionali e organizzazioni europee.
“L’informazione è lo strumento più efficace che il consumatore può utilizzare per far rispettare e difendere i propri diritti. Se il consumatore non sa di avere dei diritti non potrà, all’occorrenza, rivendicarli”, afferma Maria Pisanò, direttore del Centro Europeo Consumatori Italia.