Chi ama i titoli sensazionalistici scriverebbe che è arrivata “una multa che fa tremare TIM, Vodafone e WINDTRE”. Così non è, non è nel nostro modo di scrivere. Di sicuro è una notizia. Neanche la prima di questo tenore e su questo argomento.
La sanzione c’è, arriva da AgCom e riguarda un tema molto caro ai consumatori. I servizi premium che, soprattutto negli anni passati prima delle contromisure degli ultimi tempi, costavano caro in bolletta. Senza dimenticare che azzerevano letteralmente i crediti telefonici delle sim prepagate.
Con tre delibere diverse, ma sullo stesso argomento, quindi l’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni ha comminato una serie di sanzioni il cui totale supera i 2,20 milioni di euro.
A pagare saranno W3, Vodafone e TIM che non hanno adottato “con la dovuta tempestività e esaustività misure idonee a prevenire l’attivazione dei servizi premium in assenza del previo consenso degli utenti né a impedirne l’addebito anche in casi di chiara incompatibilità del servizio con l’espressione del consenso”.
Insomma, i tre gestori negli anni passati a cui si riferiscono le segnalazioni non avrebbero adottato misure idonee a prevenire l’attivazione dei servizi premium senza il consenso degli utenti.
“Bene, una buona notizia. Peccato che il problema dell’attivazione di servizi non richiesti nel campo della telefonia sia ben lungi dall’essere stato risolto” ha affermato l’avv. Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando la sanzione che ha colpito i tre gestori, con multe, rispettivamente, di 812 mila euro, 754 mila e 638 mila euro. Cifre assolutamente alla portata dei sanzionati.
“Da una vita conduciamo una battaglia contro chi cerca di forzare indebitamente la volontà dell’utente, attivando servizi non richiesti esplicitamente dal consumatore, che invece deve essere sempre libero di scegliere. Servirebbero sanzioni ancora maggiori perché abbiano un reale effetto dissuasivo” conclude Dona.