La denuncia di Assoprovider, l’associazione degli Operatori di Prossimità, per il disegno di legge contro la diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d’autore.
“Il Senato sta per approvare il disegno di legge contro la diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d’autore mediante le reti di comunicazione elettronica. Se il testo si traducesse in legge dello Stato, la sua applicazione non avrebbe alcuna efficacia per contrastare la pirateria audiovisiva, al contrario produrrebbe un alto rischio di sicurezza dei dati, la perdita di autonomia di indagine della magistratura, ed un ulteriore esito certo: la cancellazione in un colpo solo delle piccole e medie imprese che operano nel settore.”
Questo l’allarme lanciato in una nota da Gian Battista Frontera, presidente di Assoprovider – Associazione Provider Indipendenti – dopo la conclusione dei lavori delle Commissioni riunite del Senato sul Ddl 621, che ora andrà in Aula per la votazione finale.
“A rischio sono oltre 2000 aziende e più di 10mila addetti altamente specializzati che da decenni forniscono servizi nelle zone più periferiche del Paese, nelle aree interne e montane, quelle considerate a fallimento di mercato dove le grandi imprese non sono presenti, svolgendo con risorse finanziarie proprie un ruolo prezioso ed insostituibile nel colmare la grave piaga del digital divide, ovvero il divario esistente tra chi ha accesso alle tecnologie dell’informazione e chi invece ne è escluso” prosegue il presidente dell’Associazione che raccoglie più di 200 piccole e medie aziende del settore dislocate su tutto il territorio nazionale.
“Portiamo avanti con dedizione un lavoro certosino, capillare, quotidiano, basato sulla vicinanza e sulla relazione con il cliente, che il Legislatore dovrebbe facilitare con norme adeguate di incentivi e di semplificazione, mettendosi in ascolto di chi lavora sul campo da decenni. Questo non è avvenuto, nonostante le nostre ripetute sollecitazioni”.
“È inaccettabile che lo Stato, invece di seguire la linea tracciata in sede Europea e favorire una più rapida diffusione della cultura digitale anche in quei territori a bassa densità abitativa, operi nella direzione opposta.
Colpire gli “operatori di prossimità” – continua – significa non solo colpire le comunità locali più svantaggiate, incrementando ulteriormente l’abbandono abitativo e produttivo di intere aree geografiche, ma contraddire il principio fondamentale secondo cui la dimensione delle aziende non deve mai rappresentare un motivo di discriminazione imprenditoriale/produttiva”.
“Un Paese che vuole crescere e mettersi al passo con le realtà più avanzate sul piano economico avendo come orizzonte la sfida dell’innovazione, deve saper favorire il massimo della sinergia tra aziende con diversi livelli dimensionali e diversi contesti geografici.”
“Il Parlamento è ancora in tempo per evitare questo disastro. Chiediamo ai senatori e alle senatrici una assunzione di responsabilità e dunque di fare un passo indietro non approvando questo disegno di legge dannosissimo. Da parte nostra – conclude Frontera – manifesteremo il nostro radicale dissenso in ogni forma possibile a tutela del settore e dei principi che da sempre ispirano il nostro lavoro”.
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