Un comunicato dell’associazione dei consumatori ADUC torna su uno dei temi caldi delle nostre telco nazionali: parliamo della “scala mobile”, ovvero delle tariffe telefoniche indicizzate all’inflazione
La “scala mobile,” un tempo strumento di adeguamento dei redditi al costo della vita, è stata rivitalizzata in un contesto moderno, ma a vantaggio degli operatori telefonici.
Questo dice in sintesi l’analisi di Libero Giulietti, legale, consulente ADUC che è partito dalla recente Delibera N. 307/23/CONS dell’Autorità delle Comunicazioni che ha introdotto clausole di adeguamento dei canoni telefonici all’aumento del costo della vita.
Questo adattamento – si legge nell’articolo su aduc.it – deriva da una singolare sentenza della Corte di Giustizia europea (causa C-326/14), stabilendo che un adeguamento basato su un indice dei prezzi al consumo non è una modifica contrattuale che consente agli abbonati di recedere senza penalità. In altre parole, se il canone aumenta in linea con l’inflazione, questo non è tecnicamente un aumento.
La logica di questo meccanismo è dibattuta. Non è chiaro come l’aumento dei costi della vita debba riflettersi nei canoni telefonici, e non è giustificato il trasferimento automatico di questi aumenti al consumatore. “La nostra organizzazione, l’ADUC (Associazione Diritti Utenti e Consumatori), ha cercato di opporsi a questa clausola, ma senza successo“, ricordata Giuletti.
L’ADUC ha sottolineato che le leggi italiane prevedono maggiore tutela per gli utenti finali, ma il regolamento adottato concede agli operatori notevoli vincoli operativi e richiede una trasparenza contrattuale che potrebbe mitigare gli impatti negativi per i consumatori.
Per i contratti già esistenti, l’introduzione della clausola richiede l’esplicita accettazione scritta dell’utente. Nei nuovi contratti, la clausola deve essere chiaramente indicata nella sintesi contrattuale e accettata esplicitamente dal cliente. Per evitare confusioni, l’operatore non può proporre ulteriori alternative nella stessa comunicazione.
Per questo l’ADUC consiglia agli utenti di prestare attenzione alle comunicazioni degli operatori e di evitare di accettare la clausola se non lo desiderano. Nonostante i limiti imposti dall’autorità, resta il timore che questa nuova pratica possa diventare una consuetudine.
In conclusione, mentre l’ADUC spera che i limiti posti dall’autorità e una possibile riduzione dell’inflazione possano attenuare gli impatti negativi, resta il dubbio sulla necessità e sulla giustizia sociale di questa “scala mobile” applicata al settore delle telecomunicazioni.
Source aduc.it | Foto di cottonbro studio da Pexels