Continua la battaglia giudiziaria dell’Associazione che raggruppa i piccoli e medi operatori di prossimità contro gli eccessi della piattaforma anti-pirateria dell’AgcomAssoprovider
, l’associazione che raggruppa i piccoli e medi operatori di prossimità, ha inviato una istanza di accesso agli atti all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, per ottenere la lista dei provvedimenti di inibizione all’accesso, attuati attraverso la piattaforma Piracy Shield. Si tratta di un’altra iniziativa che l’associazione ha lanciato nella sua battaglia giudiziaria contro gli eccessi della piattaforma anti-pirateria dell’Agcom.
In particolare, Assoprovider chiede di sapere cosa sia successo nelle giornate del 15 e 24 febbraio, dello scorso mese, quando, secondo diverse testate italiane, sarebbero stati inviati alla piattaforma ordini di inibizioni verso indirizzi IP e nomi di dominio del tutto estranei ad attività di pirateria.
A questo link, è possibile consultare l’istanza completa: https://assoprovider.it/piracyaccessoatti
«La richiesta di accesso agli atti inviata all’AGCOM – ha dichiarato Gianbattista Frontera, Presidente di Assoprovider – rappresenta un passo cruciale nella nostra lotta per la trasparenza e la correttezza nell’ambito della regolamentazione della pirateria online. È fondamentale per noi, e per il settore che rappresentiamo, comprendere pienamente le modalità e le circostanze sotto le quali vengono presi provvedimenti di inibizione dell’accesso, specialmente in casi dove sembra che indirizzi IP e nomi di dominio non coinvolti in attività di pirateria siano stati ingiustamente colpiti. Questo non solo è una questione di giustizia per i possibili innocenti coinvolti, ma anche di responsabilità per l’intero settore. La trasparenza e la corretta applicazione della legge sono essenziali per garantire che i diritti digitali di tutti siano protetti in modo equo e imparziale».
L’associazione ha anche richiesto ad AGCOM di avere accesso alle segnalazioni di violazione del diritto d’autore, avvenute nelle giornate indicate. Un’iniziativa che nasce dalla possibile richiesta di danni ventilata da alcuni titolari dei siti e che potrebbero riguardare anche i provider di accesso italiani.