Nuova multa dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nei confronti di H3G S.p.A. ed M-Platform S.r.l..
Il motivo della multa – procedimento PS97 -è una pratica commerciale scorretta, segnalata da 4 consumatori, tramite un sms recapitato ad un numero considerevole di clienti di 3 Italia relativo ad un presunto messaggio in segreteria.
In particolare, l’sms in contestazione, invitava l’utente destinatario del messaggio a contattare una numerazione a sovrapprezzo intestata al content provider [M-Platform, ndr] dal contenuto incompleto e fuorviante. Il messaggio in questione, infatti, lasciava intendere che l’utente potesse ottenere informazioni importanti contattando il numero indicato ma non veniva specificato nè che tale chiamata avesse un costo collegato alla sottoscrizione di un abbonamento per servizi a sovrapprezzo, nè l’ammontare dello stesso, nè cosa l’utente avrebbe potuto ottenere chiamando tale numero.
Interpellate le 4 grandi sorelle (Tim, Wind, Vodafone e H3G) viene evidenziato che la sola H3G è la corresponsabile proprio perchè i soli suoi utenti hanno ricevuto questo sms:
In realtà ci si sarebbe ritrovati abbonati ad un servizio dal costo di 2 €/settimana.
E’ stato richiesto il parere dell’Agcom la quale ha ritenuto che l’sms oggetto di contestazione è omissivo in relazione al costo delle chiamate generanti un’aspettativa nei destinatari in grado di orientare indebitamente le scelte dei consumatori.
L’Antitrust ha ritenuto scorretta la pratica commerciale posta in essere da H3G e M-Platform in quanto contraria alla diligenza professionale ed idonea a falsare il comportamento del consumatore. Ha ritenuto inoltre grave il tipo di violazione commessa in ordine all’asimmetria informativa esistente tra professionista e consumatore, parte debole, e per il gran numero di utenze interessate dalla ricezione di detto sms nei giorni 3 e 10 Gennaio 2008.
Le multe infine comminate sono pari a 105 mila € per H3G e 95 mila € per M-Platform. H3G beneficia nuovamente del bonus dovuto alle cattive condizioni economiche, avrebbe altrimenti dovuto pagare ben 145 mila € per i numerosi provvedimenti di ingannevolezza o di illiceità in violazione del Decreto Legislativo n. 206/05.