La notizia è di quelle importanti, probabilmente il primo passo verso le reti del prossimo futuro. Probabilmente servirà anche allo sviluppo del prossimo 3G in LTE, ma la Germania attraverso l’opera della cancelliera Merkel metterà all’asta frequenze tv, i 700 mhz, tanto ambite dagli operatori mobili perché abbattono di sette volte i costi della banda larga mobile rispetto alle attuali frequenze UMTS.
La novità sta nel fatto che i guadagni da tale vendita finanzieranno l’intervento pubblico sulle reti in fibra. Tutto questo mentre la nostra AgCom cerca di spostare il mirino sull’efficienza dei servizi.
Come sottolinea repubblica.it Bernabè che parla alla Gsm Association, l’Onu dei cellulari, e non fa parola del dividendo digitale mentre tutti i suoi colleghi di America e Asia non parlano d’altro, è un segnale inequivocabile.
Ma la «pax» ha delle condizioni. Telecom deve dare segnali rapidi di procedere sulla banda larga. E non solo. Poco prima di Natale la AgCom ha deciso di focalizzarsi sulla qualità dei servizi a banda larga di tutti gli operatori. «E’ necessario che l’attenzione del mercato non si concentri solo sulla fibra ottica ma anche sulla qualità dei servizi e sullo sviluppo di un adeguato assetto competitivo che è condizione essenziale per la diffusione della banda larga su tutto il territorio nazionale», spiega Nicola D’Angelo, commissario dell’AgCom.
Belle parole, paradossalmente i problemi del digital divide però lo stanno affrontando i privati, e in particolar modo i gestori mobili, più per il boom di internet mobile che per reale strategia politica. E in Italia le frequenze TV rischiano di rimanere … blindate.