Sono tre sotto accusa: Google, Apple e Facebook. E’ necessario che tutti contribuiscano a pagare i miliardi di euro di investimenti di rete necessari per i loro servizi da “spreco della banda larga“, è il punto di vista degli operatori di telefonia europei .
In prima fila in questa richiesta France Telecom SA, Telecom Italia SpA e Vodafone Group Plc che vogliono un nuovo accordo per chiedere ai fornitori di contenuti come Apple e Google di pagare commissioni legate al loro utilizzo.
“I service provider stanno inondando le reti senza incentivo” per tagliare i costi, ha detto Stephane Richard di France Tel. il mese scorso. “E ‘necessario mettere in atto un sistema di pagamenti da parte dei fornitori di servizi in funzione del loro utilizzo“.
Il tutto è tornato in primo piano ieri a “Le Web” dove, in conferenza, si è unito anche l’Amministratore Delegato di Telecom Italia, Franco Bernabè, e quello di Telefonica SA, Cesar Aliert. Tutto ora potrebbe trasformarsi in una guerra fredda tra operatori e le aziende web.
Il motivo del contendere è chiaro: il costo di costruzione di grandi reti internet mobile potrebbe superare la crescita dei ricavi per gli operatori wireless. Lo squilibrio tra investimenti e ricavi “può compromettere la sostenibilità economica del modello di business per le aziende di telecomunicazioni“, ha detto Bernabé.
Mentre il numero di connessioni dati mobili in Europa occidentale crescerà in media del 15 per cento di un anno fino ad arrivare quota 270 milioni nel 2014, nel complesso le entrate scenderanno circa l’1 per cento l’anno.
L’esplosione di dati in mobilità di per sé “è una buona notizia” ha ricordato Richard. E ‘, tuttavia, “una sfida per i gestori come noi“, aggiungendo che questo “pone la questione del modello di business di internet mobile“.
I fornitori di servizi e operatori di telefonia stanno cercando quindi nuovi modelli. Negli Stati Uniti, Google e Verizon Communications Inc., il più grande operatore di telefonia mobile nazionale, hanno invitato le autorità di regolamentazione ad escludere le connessioni internet mobile da parte di potenziali regole di neutralità della rete.
L’eccezione, che però non è stata adottata dalla Federal Communications Commission, avrebbe consentito agli operatori di addebitare i consumatori o fornitori di contenuti un prezzo premium per la consegna di alcuni video, giochi o altre applicazioni.
Vodafone, il più grande operatore di telefonia mobile al mondo per fatturato, intanto dal canto suo prevede di passare alla cosiddetta politica prezzi differenziati sulla base di utilizzo dei dati, a seguito di una mossa simile da parte di AT & T Inc.
In tal senso è stato evidenziato come avere un piani dato illimitato diventerà sempre più raro, come ha detto Rosalind Craven analista IDC.
E i fornitori di servizi? Per ora osservano in silenzio, non è improbabile però a breve una risposta degna dell’accusa.