Siamo il secondo Paese più imbranato d’Europa nell’uso di cellulari. In Italia è un’ecatombe di smartphone. Il 39,8% degli Italiani ha dichiarato di averlo danneggiato in circostanze fortuite almeno una volta negli ultimi due anni. Più “imbranati” di noi – e davvero di pochissimo – sono i Greci, che nel 40% dei casi ha danneggiato i dispositivi.
E’ quanto emerge da una ricerca effettuata per la prima volta in assoluto e condotta a livello europeo da SquareTrade, azienda che offre un servizio di assicurazione e protezione sugli acquisti di smartphone e tablet.
Tra i diciotto Paesi presi in considerazione, dopo la Grecia e l’Italia, è la Spagna a “conquistare” lo scalino più basso di questo scomodo podio con una percentuale di “spagnoli maldestri” pari al 38,9%.
Gli europei meno distratti, o quantomeno con la mano più ferma, sono i polacchi: solo il 24,3% del campione ha dichiarato di aver subito danni accidentali allo smartphone.
Per quanto riguarda le abitudini degli Italiani, qualcuno si stupirà a apprendere che il posto sicuro per eccellenza, la nostra cara vecchia casa, è il luogo dove in realtà si consuma silenziosa ogni giorno una vera e propria strage di telefonini. E’ proprio sotto il tetto domestico che per distrazione o fatalità avviene il 48% degli incidenti. Zone rosse e pericolo elevatissimo in camera da letto (30% degli incidenti) e la cucina (20%).
Anche al di fuori delle mura domestiche, siamo tremendamente distratti: ci allacciamo le cinture e ripartiamo dimenticando però lo smartphone sul tetto della macchina. Lo ha confessato a SquareTrade il 20% degli italiani che hanno danneggiato il proprio cellulare. Siamo pure maldestri, al 17% del campione italiano è capitato di far cadere il telefonino nella toilette.
“Gli smartphone sono diventati nostri compagni inseparabili in ogni minuto della giornata. Con l’utilizzo intensivo che ne facciamo è ovvio che il rischio di rotture accidentali aumenti in maniera significativa e nelle situazioni meno attese.” – ha commentato Kevin Gillan, direttore generale di SquareTrade per l’Europa – “Il problema è che questa tendenza si traduce poi in costi crescenti di riparazione e sostituzione con tempi di attesa talvolta molto lunghi e disagi considerevoli da sopportare.”