Dopo i rumors sul possibile diniego alla fusione tra Three e O2, analisi e dichiarazioni hanno smosso la settimana in tutta Europa.
Hutchison ha provato a tranquillizzare tutti, ricordando quanto è stato speso sul marchio 3, mentre lo stesso Financial Times che ha ospitato tutto il dibattito dall’anteprima alla risposta di casa H3G ha anche analizzato la situazione della telefonia mobile continentale.
In sintesi, quello che emerge da uno degli articoli di approfondimento del settimanale economico, è che “la capacità di Bruxelles di promuovere l’economia digitale europea è di nuovo sotto esame e, alla prova attuale dei fatti, sta di nuovo fallendo. Basta considerare l’ostilità dimostrata nei confronti del progetto di integrazione tra i due operatori mobili britannici 3 e O2, su cui l’Autorità Europea dovrebbe deliberare questa primavera.[…]
Ci sarebbe concorrenza in abbondanza per un Paese delle dimensioni della Gran Bretagna, soprattutto se si considera che simili ondate di consolidamento hanno attraversato anche Austria, Germania e Irlanda, lasciandole con tre operatori ciascuna – e Bruxelles ha sempre concesso la sua approvazione. Il consolidamento dà ai rimanenti operatori la possibilità di stabilire prezzi a livelli tali da garantire investimenti in nuove tecnologie.
Ma il commissario alla concorrenza Margarethe Vestager, che ha assunto l’incarico nel 2014, non la pensa così. L’anno scorso, Vestager ha di fatto bloccato il progetto di integrazione tra Telenor e Teliasonera nella sua nativa Danimarca e ha espresso la visione generale secondo cui il “numero magico” per gli operatori sarebbe quattro. La stessa visione è condivisa da Sharon White, alla guida dell’autorità garante delle comunicazioni nel Regno Unito, che si è espressa questa settimana contro l’accordo tra 3 e O2. [… ] Lo scopo del consolidamento per gli operatori è quello di provare a trovare una struttura di mercato che permetta loro di effettuare investimenti in nuove tecnologie – investimenti che nel tempo conducono a un abbassamento dei prezzi e a un miglioramento dei servizi offerti ai clienti. Se l’Europa mira a un’economia digitale florida la politica migliore per Bruxelles è cambiare rotta”.
A dare forza a questa visione del mercato è arrivato, nelle ultime ore, a sorpresa anche l’appoggio di Virgin che opera come gestore virtuale proprio nel Regno Unito. Come ricorda la stampa di settore, il supporto di Virgin Media per l’offerta di CK Hutchison per Telefonica O2 UK migliora le sue possibilità di essere approvato dalle autorità di regolamentazione. Tom Mockridge, amministratore delegato di Virgin Media, infatti ha scritto che gli eventuali “problemi di concorrenza possono essere affrontati senza bloccare la proposta di fusione O2-Three.”
“La Commissione – continua – ha già autorizzato fusioni mobile che ha comportato una riduzione del numero di operatori di telefonia mobile da quattro a tre, fatti salvi correttivi all’ingrosso”.
“In due casi, l’Austria e l’Irlanda, la società madre di Virgin Media – Liberty Global – riesce fare concorrenza e la scelta dei consumatori non è diminuita grazie ai rimedi presi dall’UE.
Una fusione O2-Three potrebbe avere ancora più da offrire ai consumatori e, soprattutto, fornire una maggiore capacità agli altri competitor che vogliono fare concorrenza. Con i rimedi giusti, questo accordo potrebbe stimolare – e non limitare – la concorrenza”, ha aggiunto.
Nei giorni scorsi da Hutchison erano arrivate un paio di promesse: ne esiste anche una terza, particolarmente interessante in quanto Fok ha detto che l’unione tra 3UK e O2 consentirà l’ingresso di “altri concorrenti importanti” nel mercato che potranno utilizzare la rete del nuovo operatore in quanto la stessa società offrirà”quote di partecipazione della capacità di rete” ai competitor.
Chiaramente, Virgin Media pensa che un tale accordo sia potenzialmente perfetto per rafforzare la sua servizio di telefonia mobile esistente. Virgin Media, infatti, è uno dei più importanti MVNO del mercato britannico in cui è concorrente sia di 3 che di O2 con il suo mix di offerte che spaziano dalla banda larga alla TV, passando per la telefonia fissa e i servizi di telefonia mobile .
I commenti di Mockridge comunque aiuteranno Hutchison, almeno all’interno del dibattito per l’accesso all’ingrosso degli altri operatori.
Una situazione che sembra percorrere in anticipo gran parte del dibattito che, con buona probabilità, partirà anche nel nostro paese per la joint venture tra 3 Italia e Wind.