Oggi è il Safer Internet Day (Giornata per la sicurezza in Rete promossa dalla Commissione Europea dal 2004, ndr).
Con l’occasione esce la quarta survey promossa dall’Osservatorio scientifico della no-profit “Social Warning – Movimento Etico Digitale” che nel solo 2021 ha formato 15mila studenti delle scuole di tutta Italia e 7mila genitori sulle opportunità e i rischi del web.
Molte le risposte emerse, come si può notare nell’approfondimento dedicato al rapporto tra web, genitori e figli.
Tra le “raccomadazioni-imposizioni” più singolari, arrivate dai genitori, i ragazzi menzionano quella di non usare più di 6 ore al giorno il telefono (che comunque significa 3 mesi all’anno, ndr), di stare attenti alle onde elettromagnetiche e di non utilizzare il 5G.
Già il 5G. Una paura per gli adulti che probabilmente, per mero paradosso, credono alle più astruse teorie del complotto.
In generale, la survey racconta che i più giovani, se non controllati, sono come è ovvio maggiormente esposti ai pericoli tanto che il 20,2% di loro ha subito esperienze negative on-line: non solo cyberbullismo ma soprattutto insulti ed “hate speech” (quasi 1 ragazzo su 2).
Ci sono anche dati positivi.
Dalla survey emerge una certa sfiducia verso le competenze on-line degli adulti. Il 40,9% dei giovani ritiene “scarsa o molto scarsa” la loro capacità di usare i social media ed il 35,5% degli intervistati, appartenenti alla fascia 12-16, ritiene “scarsa o molto scarsa” la capacità dei genitori di riconoscere le fake news (immagine n. 12).
“Sono rimasto molto colpito – commenta Gregorio Ceccone, referente dell’Osservatorio Scientifico sull’Educazione Digital – dalla testimonianza di un ragazzo di 16 anni che racconta di agire egli stesso come una sorta di “parental control” dei propri genitori, limitando i danni che questi fanno condividendo fake news e commentando in maniera aggressiva alcuni post”.
Non certo una sorpresa per molti. Anzi. Forse una conferma.