Roadshow Assintel Report: presentati in sede Confcommercio Bologna i risultati del mercato ICT regionale lo scorso 10 maggio
In Emilia-Romagna il 33% delle imprese nel 2024 aumenterà gli investimenti in tecnologie e servizi digitali, 3 punti sopra la media nazionale. A conferma di un tessuto produttivo più maturo, articolato in distretti con una maggior presenza industriale, imprese di medie dimensioni e una tendenza a sviluppare collaborazioni con partner e startup.
Questa la fotografia emersa durante la quarta tappa del roadshow Assintel Report, tenutasi a Bologna il 10 maggio presso la sede di Confcommercio e organizzata da Assintel – l’associazione nazionale delle imprese ICT – e Confcommercio Emilia-Romagna. La ricerca è curata dall’Istituto Ixé, sponsor del progetto sono Grenke, Intesa Sanpaolo, TIM e Open Gate Italia.
Le tre tecnologie più presenti nel 2024 nelle imprese della regione sono quelle che riguardano la collaborazione (PC e smartphone) per il 76% di esse, la connettività (banda ultra larga e wifi) con il 72% e la cybersecurity per il 65%. Ma se questi valori sono in linea con la media nazionale, sono altre le tecnologie peculiari: si tratta delle applicazioni di back-office e dei gestionali (57%), delle infrastrutture IT (52%) e della gestione dei dati (45%), tutti fra i 6 e gli 8 punti sopra la media. Colpisce anche un’altra differenza: fra le aree di innovazione pesano meno quelle legate a incrementare la relazione con il cliente; la gestione dei clienti è importante solo per il 12% delle imprese regionali, contro il 21,9% a livello nazionale, e le attività di marketing e comunicazione lo sono per il 24,5%, contro il 31% di media nazionale.
Sul fronte delle tecnologie emergenti, sono sopra la media l’Internet of Things (16,6%) e le applicazioni di intelligenza artificiale (11,4%), con progetti sia già in fase realizzativa sia di valutazione.
In generale, per le imprese emiliano-romagnole c’è una minor segnalazione di fattori ostativi alla trasformazione digitale. Questo vale anche rispetto ai due maggiori ostacoli: quello finanziario, presente per il 26,9% di esse, e quello di cultura e competenze digitali, presente nel 28,1% delle imprese, entrambi oltre 4 punti sotto la media.
«I risultati emersi confermano che l’Emilia Romagna continua a distinguersi come terreno fertile per l’innovazione digitale – commenta Luca Cavina, Coordinatore Comitato Assintel Emilia-Romagna -. Questo successo è il frutto di una proficua collaborazione tra il settore privato e le istituzioni pubbliche, con particolare riconoscimento al costante impegno della Regione Emilia Romagna nel promuovere iniziative, bandi e incentivi mirati al sostegno delle imprese del settore, tra cui il notevole impatto della Data Valley». Le aziende emiliano-romagnole – prosegue – «consapevoli dell’importanza della digitalizzazione, stanno utilizzando queste tecnologie per ottimizzare i propri processi produttivi. Questo non solo testimonia una chiara apertura mentale al miglioramento continuo, ma dimostra anche una capacità di adattamento e innovazione nel mantenere dinamici i flussi di lavoro. Come Comitato regionale di Assintel, il nostro obiettivo è quello di promuovere una sempre maggiore collaborazione tra le aziende del settore, favorire la condivisione di conoscenze e esperienze, e sensibilizzare soprattutto i giovani studenti sulle opportunità offerte dal panorama digitale emiliano-romagnolo».
«La trasformazione digitale e tecnologica del sistema economico e territoriale rappresenta per l’Emilia-Romagna una fondamentale occasione per consolidare il suo, già riconosciuto, ruolo trainante del sistema-Paese – commenta Enrico Postacchini, Presidente Confcommercio Emilia-Romagna -. La nostra Regione si conferma territorio attrattivo, di riferimento nel campo della ricerca e dell’innovazione e non solo grazie al seppur strategico insediamento del Tecnopolo Manifattura a Bologna. Occorre far leva sugli ecosistemi digitali per l’innovazione, in particolare a misura di piccole e medie imprese. La sfida della rivoluzione digitale è una questione di democrazia sostanziale, tra persone, tra generazioni, tra imprese. Abilitare al digitale le nostre imprese, anche quelle più tradizionali – conclude Postacchini – significa accettare la sfida del cambiamento per restare sul mercato e migliorarlo “da dentro”. E per far tutto questo le imprese devono essere messe nella condizione di fare investimenti. Fiscalità, liquidità, solidità patrimoniale: è un terreno sul quale resta tanto da fare».
Photo RitaMichelon