Forum Nazionale delle Telecomunicazioni 2024 - Connessi per l'Italia

Presente e futuro delle Telecomunicazioni al Forum Connessi per l’Italia

by Redazione

Si è svolto ieri, presso l’Aula Magna Mario Arcelli dell’Università Luiss Guido Carli di Roma, il Forum sulla Filiera delle Telecomunicazioni in Italia – edizione 2024 – “Connessi per l’Italia. Persone, infrastrutture e servizi per il futuro del Paese” organizzato da Assotelecomunicazioni-Asstel e dalle Organizzazioni Sindacali Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil.

Il Forum Nazionale delle Telecomunicazioni è stato patrocinato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale e si è tenuto alla presenza del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, del Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Claudio Durigon e del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Tecnologica e Transizione Digitale, Alessio Butti.

«Le telecomunicazioni stanno affrontando una trasformazione importante: dalla tradizionale filiera in cui ogni attore opera in una sequenza lineare ben definita, contribuendo a una fase specifica della catena del valore, si sta passando ad un ecosistema. Questo cambia le relazioni con cui gli attori tradizionali e nuovi interagiscono, competono e collaborano tra di loro per offrire connettività e servizi di valore al cliente. Gli Operatori hanno tutte le caratteristiche per essere gli orchestratori di questo ecosistema. Il nuovo ecosistema delle telecomunicazioni è più integrato e interdipendente rispetto alla tradizionale filiera e ciò implica che gli attori devono arricchire le loro competenze distintive per esserne protagonisti», ha così esordito Massimo Sarmi, Presidente di Assotelecomunicazioni-Asstel.

«Negli ultimi sette anni gli Operatori italiani hanno investito circa 7 miliardi di euro all’anno, esclusi quelli per le licenze, per lo sviluppo delle infrastrutture Tlc ad altissima velocità (VHCN) e per il 5G, con un’incidenza sui ricavi di circa il 26%. Ad integrazione degli investimenti privati, per raggiungere gli obiettivi del Decennio Digitale Europeo, il PNRR ha destinato quasi 5,3 miliardi di euro per lo sviluppo delle reti VHCN e 5G, dal 2021 al 2026.

Sempre nel 2023 i ricavi degli Operatori Tlc in Italia sono stati pari a 27,2 miliardi di euro (+0,1 miliardi rispetto al 2022). Dopo cinque anni di calo, i ricavi degli Operatori italiani registrano, dunque, una lieve stabilizzazione. I primi sei mesi del 2024, secondo le semestrali di alcuni dei principali Operatori, sembrano confermare questa tendenza del mercato, con un’ulteriore crescita del mercato fisso (+2,5%) controbilanciata dalla diminuzione del mercato mobile (-3,5%).

Nel 2023, i flussi di cassa degli Operatori si sono ridotti da 0,7 del 2022 a 0,5 miliardi di euro. Questo andamento è dovuto in particolare alla frammentazione del mercato e alla dinamica dei prezzi, inferiori a quelli dei principali mercati europei. Negli ultimi anni si assiste, inoltre, ad un’evoluzione del mercato dovuta anche alle scelte di alcuni Operatori Tlc quali: alcune operazioni di consolidamento, di condivisione di componenti infrastrutturali e di separazione dell’infrastruttura di rete fissa. La connettività, sia mobile che fissa, viene percepita quasi come una commodity e i margini di profitto sono contenuti. Ciò che farà la differenza sarà la capacità di ampliare le offerte: per la clientela affari, con soluzioni a maggior valore aggiunto come il cloud computing, la cybersecurity e l’integrazione dell’IA nella gestione delle infrastrutture; per la clientela diffusa, con nuovi servizi digitali quali ad esempio media e audiovisivi.

La legislatura europea si è conclusa con la pubblicazione del Libro Bianco sulle telecomunicazioni. In Europa si sta comprendendo quanto sia importante l’obiettivo di realizzare un mercato unico delle telecomunicazioni, riducendo l’attuale frammentazione per creare un numero ristretto di Operatori paneuropei che possano offrire piattaforme di servizio competitive a livello globale.

Il Governo, che ha già intrapreso significativi passi con il PNRR, deve continuare a porre la sua attenzione su misure rappresentate anche da Asstel, quali: un sostegno per garantire la mitigazione strutturale del costo dell’energia, in linea con le azioni di politica comunitaria, e una rapida attuazione, nei territori, delle normative sulla semplificazione delle procedure connesse alla realizzazione delle reti di nuova generazione. Inoltre, è importante che il Governo continui ad agire in ambito europeo per garantire una competizione equa nel mercato digitale assicurando il “Level Playing Field” tra Tlc e Big Tech, che passa per la revisione della “neutralità della rete” e per la definizione di regole comuni per tutti gli attori del mercato digitale, anche mediante modifiche al Codice delle Comunicazioni Elettroniche. A ciò si aggiunge, in ambito nazionale, il percorso avviato sulla possibile contribuzione delle Big Tech agli investimenti sostenuti dalle Tlc al fine di adeguare le reti alla crescita del traffico dati e sostenere lo sviluppo delle infrastrutture di nuova generazione. Sarebbe, inoltre, auspicabile un intervento di chiarimento a livello nazionale che consenta una omogeneità di applicazione sul territorio dei nuovi valori dei limiti elettromagnetici in Italia e definisca una modulistica unificata dei procedimenti autorizzatori. Per quanto riguarda la piattaforma antipirateria (cd. Piracy shield) andrebbe prevista una adeguata copertura dei costi sostenuti dagli Operatori ed è altresì necessario definire un corretto inquadramento in termini di responsabilità degli Operatori stessi. Per quanto riguarda, poi, il Piano Transizione 5.0, è necessario che l’interpretazione attesa sulla portata del Piano sancisca l’inclusione delle reti e dei servizi Tlc tra gli investimenti incentivati.

L’evoluzione in ecosistema è influenzata principalmente da quattro aree di cambiamento: l’aggiornamento a livello europeo della regolamentazione delle Tlc, il rafforzamento della politica industriale dedicata alle Tlc, lo sviluppo di nuove strategie di business e l’accrescimento di competenze distintive che sappiano cogliere tutte le potenzialità dei nuovi mercati digitali» ha concluso il Presidente Massimo Sarmi.

«Anche quest’anno il Forum delle Tlc discuterà di una filiera che non riesce a ritrovare la strada della reindustrializzazione. Si contengono le perdite, ma di certo si è ben lontani da una crescita. Un settore che paga, non da ora, l’assenza di una visione, di politiche industriali. Con l’aggravante che di questo passo rischiamo di vanificare anche gli effetti positivi degli ingenti fondi stanziati dal PNRR. La divisione della rete dai servizi dell’ex Monopolista rischia poi, perdurando l’assenza di politiche industriali, di condannare il Paese alla irrilevanza tecnologica senza peraltro apportare alcun beneficio alle storture del mercato fin qui denunciate. Forse bisognerebbe davvero fermarsi tutti e decidere, una volta per tutte, di sedersi tutti, sindacato aziende ed Istituzioni, per ragionare su come correggere gli errori di questi anni. Perché il declino di questi anni non è un destino ineludibile, basterebbe decidere di sfruttare l’opportunità a tempo del PNRR per rimettere al centro politiche di crescita e sviluppo, ad iniziare dal fattore lavoro. Parliamo di un settore sempre meno attrattivo per i giovani talenti ed il cui perimetro occupazionale si restringe di anno in anno. Occorre investire in formazione e riprofessionalizzazione se vogliamo evitare che la transizione digitale diventi una trappola per migliaia di lavoratrici e lavoratori, ad iniziare dalla parte più esposta della filiera, i call center e gli appalti di rete, ma ripensando più in generale lo sviluppo delle professionalità. Il Forum delle Tlc deve essere il luogo da dove partono proposte ed impegni per ridare al settore delle Tlc il posto che gli compete nel mondo produttivo del Paese. Ad iniziare da una veloce chiusura del rinnovo del Contratto. Le lavoratrici ed i lavoratori del settore hanno diritto non solo ad una risposta seria alla perdita reale di potere di acquisto di questi anni, ma anche alle loro legittime aspirazioni di migliorare il riconoscimento economico delle loro competenze. Ci aspettiamo anche dal Forum risposte chiare e comportamenti conseguenti», ha dichiarato Riccardo Saccone, Segretario Generale SLC-CGIL.

«Il mondo delle telecomunicazioni in Italia sta vivendo una fase di profonda trasformazione strutturale e tecnologica. Sebbene il 2023 abbia registrato una lieve inversione di tendenza nei ricavi, dopo anni di declino, le sfide per il futuro industriale e occupazionale restano significative. La separazione tra rete e servizi rappresenta un cambio di paradigma per un’industria che sta abbandonando lo schema tradizionale delle Telco. Anche gli altri protagonisti della filiera sono impegnati a definire nuove strategie per rafforzare gli aspetti industriali e finanziari, sui cui piani industriali restano da parte nostra incertezze, perché questi cambiamenti possono generare paure e confusione tra i lavoratori che temono una mancata valorizzazione delle competenze e un minor senso di appartenenza. Resta importante che l’implementazione delle infrastrutture essenziali per il Paese prosegua velocemente e in un ambiente di collaborazione tra imprese, pur all’interno di un sano modello competitivo senza che questo, anche in ragione del ruolo del Governo, possa penalizzare la realizzazione del PNRR e le necessarie risposte per i cittadini. La digitalizzazione richiede nuove professionalità, specialmente in ambiti come machine learning, cybersecurity, data protection e big data analytics. È indispensabile investire nella formazione continua, in reskilling e upskilling e in collaborazioni con scuole e università. Sul piano organizzativo, lo smart working sta diventando un aspetto cruciale per bilanciare produttività e qualità della vita dei lavoratori, per questo è necessaria una evoluzione dello schema comune di riferimento presente nel CCNL Tlc. Altro tema fondamentale riguarda il settore dei servizi di CRM-BPO, parte fondamentale della filiera delle Tlc, per il quale servono misure specifiche partendo dalla contrattazione nazionale e di secondo livello che consentano una valorizzazione degli aspetti organizzativi, salariali e professionali. In questo contesto, il rinnovo del CCNL assume un’importanza cruciale, specialmente in un periodo caratterizzato da alta inflazione, mentre le aziende continuano a investire una quota significativa dei loro ricavi in infrastrutture. Avremmo auspicato, nella Legge di Bilancio, una maggiore partecipazione delle Big Tech agli investimenti necessari per potenziare la rete, in luogo di un aggiornamento della web tax che rischia di penalizzare le PMI italiane. Inoltre, l’avvio del Fondo di Solidarietà per la filiera Tlc rappresenta un passo importante, ma per renderlo pienamente operativo fin da subito continuiamo a chiedere un intervento economico aggiuntivo. L’evoluzione delle Tlc non può più limitarsi alle telecomunicazioni tradizionali, ma deve ampliarsi verso i nuovi servizi digitali. Solo una collaborazione tra Istituzioni, imprese e sindacati permetterà di raggiungere questi obiettivi ambiziosi, garantendo un futuro sostenibile e innovativo per l’intera filiera delle telecomunicazioni in Italia», ha dichiarato Alessandro Faraoni, Segretario Generale Fistel Cisl.

«Continua, purtroppo, il contesto di forte difficoltà nella filiera delle Tlc. Malgrado gli innumerevoli appelli alle Istituzioni, ad oggi, non abbiamo mai potuto avere un vero confronto per entrare nel merito dei problemi di questo settore.
In tutti questi lunghi mesi abbiamo continuato a farci carico, come parti sociali insieme alle aziende, delle continue ristrutturazioni attraverso l’utilizzo di politiche difensive. Pensiamo che questa filiera abbia la necessità di ridarsi una vera prospettiva di rilancio con interventi strutturali che portino vere risposte di crescita. Occorre rendere il mondo delle Tlc nuovamente appetibile per i nostri giovani, per le nuove figure che si affacciano al mondo del lavoro e per i nostri laureati. Per fare tutto questo occorre un vero aiuto anche da parte delle nostre Istituzioni. Diverse sono le incongruenze che persistono. Occorre un rilancio che passi da una vera politica industriale per tutta la filiera», commenta Salvo Ugliarolo, Segretario Generale Uilcom-Uil.

«L’evoluzione verso l’ecosistema Tlc rappresenta una sfida cruciale per lo sviluppo economico del Paese. Per accompagnare questo processo in atto è necessario implementare nuovi e più moderni modelli di organizzazione del lavoro. Sarà fondamentale continuare a investire sulle persone e sulle competenze. Le tecnologie cambiano rapidamente e vi è una crescente necessità di professionisti qualificati per costruire e gestire le reti di nuova generazione e per sviluppare nuovi servizi. In questo quadro, il ruolo della formazione, in particolare quella certificata, diventa centrale. Sarebbe auspicabile un sostegno economico pubblico per rafforzare gli strumenti di gestione delle transizioni lavorative, quali ad esempio il Fondo di Solidarietà per la filiera Tlc, necessari a favorire il consolidamento e l’accrescimento delle competenze delle persone che operano nell’ecosistema. Il Fondo è attivo dal 1° gennaio 2024 e per accelerarne l’attività è necessario un sostegno economico pubblico, aggiuntivo al finanziamento da parte di imprese e lavoratori, nel primo triennio di avvio delle attività. È fondamentale offrire nuove opportunità di lavoro ai giovani – concludono il Presidente di Asstel, Massimo Sarmi e i Segretari Generali delle Organizzazioni Sindacali di Categoria, Riccardo Saccone (SLC-CGIL), Alessandro Faraoni (FISTEL-CISL), Salvo Ugliarolo (UILCOM-UIL).

«Anche per questo serve collaborazione tra imprese, Istituzioni e mondo dell’education per preparare le ragazze e i ragazzi alle evoluzioni in corso, rafforzando l’istruzione professionale e STEM. È determinante proseguire il confronto con le Istituzioni per dare esito positivo al percorso avviato per favorire il riconoscimento del CCNL Tlc quale “contratto di riferimento” per le attività di CRM-BPO. Il CCNL Tlc è stato già preso a riferimento in diversi atti normativi e amministrativi, dimostrando il forte grado di rappresentatività del CCNL stesso e del suo sistema di rappresentanza. Riteniamo che un dialogo costante con le Istituzioni – che privilegi la costruzione di proposte di sistema – sia necessario per supportare i processi di evoluzione di tutti i segmenti dell’ecosistema Tlc verso condizioni di miglioramento della competitività e della produttività, favorendo anche un continuo sviluppo delle condizioni di occupabilità delle persone e di ricerca di nuovi equilibri nel bilanciamento tra esigenze aziendali e quelle delle persone”.