Riforma del gioco in Italia: Ecco cosa cambierà

by Valerio Longhi

Era da tantissimo tempo che c’era bisogno di una riforma per quanto riguarda il gioco online in Italia e finalmente è arrivata! Certo, non è andato tutto liscio, la nuova normativa ha fatto parecchio parlare di sé sia a livello nazionale che a livello europeo. In particolare, è stata la Repubblica di Malta ad avere delle obiezioni, ma tutto è stato chiarito rapidamente. C’è stata la conferma da parte del governo: si procede con il Disegno di Legge! Lo scopo della normativa è quello di rendere la burocrazia più chiara e più rapida per il bene degli utenti e degli operatori.

Qual è lo scopo della riforma

Già dal 2011, quando l’Italia aveva scelto di legalizzare il gioco online, si sentiva la necessità di una riforma. Con il tempo, le autorità hanno avuto modo di accumulare i dati e di valutare come procedere per il meglio. In particolare, c’era bisogno di rivedere e definire meglio le concessioni, la tassazione e le misure di sicurezza.

La nuova legge, quindi, serve per semplificare il sistema delle licenze e anche per definire delle regole più strette e precise. Il governo, inoltre, ha sottolineato che questa normativa rispetta totalmente i principi dell’Unione Europea.

La risposta alle obiezioni di Malta

Le critiche sono arrivate soprattutto da Malta che, come si sa, è un grandissimo polo di riferimento per il gambling e il betting. La Malta Gaming Authority ha espresso dei dubbi in merito al rilascio delle licenze B2B (business to business). Cosa ha detto? Ha detto che sono ridondanti, cioè che non servono perché le varie imprese possiedono già le certificazioni in altri Stati membri. Quindi, Malta ha espresso i suoi dubbi sul fatto che la normativa potrebbe portare a una duplicazione dei requisiti.

Per fortuna, si è trattato solo di un semplice malinteso. L’Italia, infatti, ha chiarito subito che l’obbligo della licenza è previsto solamente per le piattaforme con servizi B2C, quindi per quelle che offrono i servizi direttamente ai consumatori. In pratica, non verranno coinvolte le piattaforme con servizi B2B, come invece aveva frainteso Malta. Quindi, non ci sarà alcun tipo di impatto sulle piattaforme B2B.

Cosa prevede la nuova normativa

Il Decreto di Riordino fondamentalmente introduce delle modifiche per quanto riguarda le concessioni online. Per gli siti di casinò italiani verranno fissate delle linee guida più chiare. L’obiettivo è quello di ridurre la burocrazia e favorire l’ingresso di nuovi operatori.

Ci sarà un dipartimento che si dedicherà interamente al controllo della nuova normativa, gestito dall’ADM. Questo dipartimento si occuperà di:

  • Monitorare le attività degli operatori
  • Assicurarsi che tutte le normative nazionali e comunitarie vengano rispettate
  • Prevenire la dipendenza dal gioco
  • Tutelare i minori
  • Contrastare le attività criminali

Focus sulle licenze e sulla tassazione

Ci sono state delle novità anche per quanto riguarda le tariffe? Assolutamente sì! La riforma ha introdotto un adeguamento delle tariffe. Per ottenere una licenza di gioco online in Italia ci sarà un costo di 7 milioni di euro e la licenza avrà una durata di 9 anni. Oltre a questa spesa, ci sarà una tassa del 3% sulle attività degli operatori concessionari e una fee dello 0,2% sui ricavi netti annuali.

Si stima che saranno almeno 50 gli operatori che aderiranno, quindi ci sarà un’entrata di ben 350 milioni di euro nelle casse dello Stato in pochissimo tempo.

Tutela e protezione: Cosa prevede la nuova misura

Come si poteva immaginare, la nuova normativa ha definito anche delle linee guida per quanto riguarda la protezione dei giocatori. Questo è un argomento che sta diventando sempre più importante e che è fondamentale per prevenire i comportamenti patologici. Qual è il focus? Tutelare i minori e tutta la fascia di utenti potenzialmente in pericolo in quanto vulnerabili. La nuova normativa prevede una serie di misure per fare un modo che si possa prevenire la dipendenza patologica:

  • Verranno adottati dei sistemi di auto-limitazione
  • Verranno adottati dei sistemi di auto-esclusione
  • Verranno adottati degli avvisi di tempo trascorso durante le sessioni di gioco

Tutti gli operatori dovranno mettere a disposizione degli utenti degli strumenti per poter bloccare in autonomia l’accesso alle piattaforme. Inoltre, ci sarà anche un’ulteriore stretta per gli account di gioco che appartengono a utenti di età compresa tra i 18 e i 24 anni:

  • Sono previsti dei limiti monetari
  • Sono previste delle sessioni di gioco di durata minore

Queste regole verranno applicate indipendentemente dal fatto che il profilo del giocatore sia nuovo o già esistente. In questo modo, si punta a tutelare tutta la fascia vulnerabile fornendo a tutti gli stessi strumenti.

Ubicazione dei server e neutralità tecnologica

Infine, non resta che chiarire anche l’aspetto delle infrastrutture. Questo aspetto è passato in secondo piano per parecchio tempo, ma ora l’Italia ha deciso di definire meglio alcuni concetti. Prima di tutto, le infrastrutture. Lo standard europeo prevede che i server debbano essere situati all’interno dello Spazio Economico Europeo. Cioè? In pratica, i server che sono le strutture che contengono e gestiscono i dati, dovranno essere situati in un paese europeo. Perché è stata presa questa scelta? Per tutelare la privacy che, in questo caso, viene gestita a livello europeo.

Non verranno fatte differenze tra i siti web e le applicazioni mobili, nel pieno rispetto del principio di neutralità tecnologica. Tutte le piattaforme dovranno sottostare alle stesse regole in modo che non venga fatta discriminazione in base alla tecnologia utilizzata.