Gli italiani hanno cambiato comportamento e hanno trascorso più tempo sul WiFi già prima delle estensioni di quarantena. I dati dell’analisi di Opensignal
Dal 10 marzo, a seguito di un forte aumento di nuovi casi di coronavirus (COVID-19), il governo italiano ha esteso per decreto le misure introdotte inizialmente per le prime cosiddette “zone rosse”. Sono state estese, pertanto, le restrizioni costringendo de fatcto gli italiani a rimanere a casa e a evitare tutti gli spostamenti non essenziali.
Le misure più significative includono, come ben sappiamo, le restrizioni sui viaggi, il divieto assoluto a tutti gli eventi pubblici, la chiusura di scuole e spazi pubblici come i cinema e la sospensione di servizi religiosi tra cui funerali o matrimoni.
I dati di Opensignal mostrano che gli italiani hanno iniziato a cambiare il loro comportamento in molte province del nord durante le prime fasi dell’epidemia di coronavirus prima che il governo imponesse restrizioni in molte di quelle regioni. Opensignal ha osservato un aumento del tempo trascorso dagli utenti di smartphone connessi al Wifi della propria abitazione (invece che alla rete mobile) in diverse province. Come si può intuire, le persone in genere trascorrono più tempo connessi al Wifi durante il fine settimana e durante le festività perché il Wifi viene spesso utilizzato a casa. “Verso la fine di febbraio, i nostri dati indicavano che le persone trascorrevano molto più tempo al chiuso”, dichiara Opensignal.
Opensignal ha analizzato il tempo medio trascorso dagli utenti connessi al Wifi in ciascuna provincia italiana durante la settimana lavorativa (dal lunedì al venerdì) nel mese di febbraio.” Abbiamo osservato che gli utenti hanno trascorso quantità considerevolmente variabili di tempo connesse al Wifi in diverse parti d’Italia, che vanno da meno del 30% in province come Piacenza e Vercelli a oltre il 52% nella provincia di Napoli”, continuano gli analisti.
“Nelle prime tre settimane di febbraio non abbiamo visto cambiamenti statisticamente significativi nel tempo in cui i nostri utenti si sono connessi al Wifi in qualsiasi provincia italiana durante i giorni feriali. Tuttavia, nella quarta settimana, a partire dal 24 febbraio, abbiamo osservato un notevole aumento del tempo trascorso dai nostri utenti connessi alle reti Wifi in 23 province italiane, raggruppate nelle regioni settentrionali”.
Il 22 febbraio, 11 città italiane sono state messe al sicuro a seguito dell’aumento dei casi di coronavirus: 10 comuni della provincia di Lodi, concentrati attorno al comune di Codogno, a fianco del comune di Vò in provincia di Padova. “Ma abbiamo visto cambiamenti nel comportamento dei consumatori in molte più aree d’Italia rispetto a quelle 11 città”, sottolinea la ricerca,
“I nostri utenti nella provincia di Lodi, dove si trovavano la maggior parte delle città in quarantena, si sono collegati il 31,9% in più di tempo al Wifi nell’ultima settimana di febbraio rispetto alla settimana precedente. I nostri utenti nell’adiacente provincia di Piacenza hanno anche trascorso il 36,9% di tempo in più su Wifi rispetto alla terza settimana di febbraio. Abbiamo anche osservato aumenti tra il 20% e il 30% a Pesaro e Urbino, Milano, Cremona, Parma, Monza e Brianza e Bergamo. In tutte le altre province in cui abbiamo osservato un cambiamento, ad eccezione di Torino e Treviso, i nostri utenti hanno trascorso tra il 10% e il 20% di tempo in più su Wifi nell’ultima settimana di febbraio rispetto alla precedente. La provincia di Torino ha mostrato l’aumento minore con i nostri utenti che trascorrono solo il 9,6% in più di tempo sulle reti WiFi”.
I dati di Opensignal mostrano che gli utenti italiani hanno trascorso molto più tempo, con i loro smartphone, in ambienti chiusi collegati al Wifi in diverse province già nell’ultima settimana di febbraio, quando le aree di blocco erano ancora limitate a sole 11 città. Ciò suggerisce che molte persone hanno iniziato a cambiare il loro comportamento prima che le restrizioni di viaggio fossero estese al resto del paese.