Gli effetti del piano banda ultra larga in Emilia Romagna

by Martina Tortelli

Tratto dalle stories di Open Fiber questo percorso che spiega i vantaggi della connettività per una regione importante del nostro Paese.

L’Emilia-Romagna è pronta a beneficiare di tutte le nuove opportunità digitali. Dai piccoli comuni alle grandi città, il piano di cablaggio regionale procede a ritmo serrato.

Attraversare le pianure di questa regione è un’esperienza che può togliere il fiato. Tra i suoi orizzonti sconfinati, dove la vista si perde fino a raggiungere il cielo, è facile sentirsi proiettati verso il futuro. Ed è proprio questa la tappa più recente della nostra avventura digitale.

“Abbiamo incontrato abitanti e associazioni regionali che stanno beneficiando del piano banda ultra larga in Emilia Romagna per farci raccontare la loro esperienza con la rete FTTH”, scrive OF. Insieme a centri densamente popolati, anche comuni più piccoli viaggiano finalmente a 1 Gbps e sono pronti a mettersi in gioco.

Open Fiber per l’Emilia-Romagna, i numeri dell’impresa

L’Emilia Romagna, come ricorda il responsabile network di Open Fiberper il Nord-Est Marco Martucci, “è una regione cruciale per l’abbattimento del digital divide. Il progetto di cablaggio in questa regione ha visto un investimento complessivo di oltre 550 milioni di Euro, per 14mila km di nuova infrastruttura e oltre 1 milione di unità immobiliari cablate.

Si tratta di un investimento notevole, probabilmente il più importante che abbia mai visto protagonista questa regione. Grazie alla nostra rete FTTH, servizi sempre più essenziali come telemedicina, domotica, smart working o intrattenimento ad altissima risoluzione diventano accessibili per aziende e cittadini”.

Un’Italia senza digital divide: Forlì, Ferrara e Jolanda di Savoia connesse alla rete FTTH

Nella sola città di Ferrara il progetto prevede il cablaggio di circa 52mila unità immobiliari per un investimento di 18 milioni di euro. 42mila, invece, sono le unità immobiliari di Forlì che viaggeranno su banda ultra larga, grazie a una rete interamente in fibra ottica di oltre 470 km.

Ma il progresso raggiunge anche i piccoli comuni: a Jolanda di Savoia sono state cablate 1.500 abitazioni che ora possono navigare a 1 Gbps. Una velocità di connessione che fino a pochi mesi fa era inimmaginabile, per citare le parole del Sindaco Paolo Pezzolato. Un’impresa che abbiamo portato avanti nella maniera più ecosostenibile possibile: ben l’80% del tracciato è stato realizzato utilizzando infrastrutture già esistenti. Scuole, biblioteche e uffici comunali sono stati connessi alla nostra autostrada digitale, in pieno spirito Open Fiber.

Cablare il territorio in FTTH, infatti, vuol dire aprire nuove possibilità di crescita non solo per i privati, ma anche e soprattutto per le PA e le aziende. Ma lasciamo che a parlare siano i diretti interessati.

I vantaggi di una connessione interamente in fibra ottica per l’Emilia-Romagna

“La rete di Open Fiber

– racconta Marco Martucci –  è un’opera fondamentale per supportare il tessuto produttivo di questo territorio così centrale per l’economia del Paese. Open Fiber sta realizzando un’infrastruttura interamente in modalità FTTH, che consente di toccare velocità di navigazione eccezionali, fino a 1 Gigabit al secondo. Con la fibra ottica di ultima generazione è possibile, anche in simultanea, effettuare videoconferenze di eccellente qualità, seguire programmi di didattica a distanza senza interruzioni e lavorare in smart working riuscendo a trasferire grandi quantità di dati”. 

L’investimento di Open Fiber in Emilia Romagna riguarda sia le grandi città del territorio sia i piccoli comuni delle aree bianche, incluse nel progetto BUL di Infratel, di cui Open Fiber è concessionaria. Gli interventi sono tutti a basso impatto ambientale, grazie a un accurato utilizzo delle infrastrutture esistenti e alle collaborazioni con soggetti pubblici e privati del territorio, come Lepida, la società regionale che coordina il piano di sviluppo a banda ultra larga.

Realtà innovative che abbracciano la rivoluzione digitale

Abbiamo incontrato Emanuele Borasio, CEO e Founder di WeAR, una PMI innovativa situata a Ferrara. WeAR opera in uno dei settori tecnologici più interessanti degli ultimi anni: quello della realtà virtuale e in particolare dello sviluppo dei cosiddetti Gemelli Digitali. Un Gemello Digitale è una replica virtuale identica in tutto e per tutto a una realtà fisica – ad esempio il motore di un aereo – che offre numerose applicazioni in ambito industriale e non solo. Facendo interagire le repliche digitali con il loro equivalente fisico grazie all’IoT, è possibile velocizzare i processi produttivi e intervenire in maniera tempestiva in caso di problemi.

Emanuele ci racconta delle potenzialità di questa tecnologia: “Il gemello digitale è una grandissima innovazione che va di pari passo con l’implementazione delle reti veloci, come la fibra ottica. Creiamo un gemello totalmente digitale di una realtà fisica, ad esempio un macchinario, un’automobile, un aeroplano. Questi due gemelli sono in diretto contatto grazie all’IoT ma grazie anche a tantissimi dati che circolano nella rete, come per esempio dati ottenuti da intelligenza artificiale, big data o machine learning. Questo gemello è fruibile attraverso nuovi device, ad esempio gli smart glasses. In questo modo l’operatore può capire meglio cosa fare durante le delicate procedure di manutenzione e riparazione di un apparato”. 

Solo meccanica, quindi? Niente affatto! Applicazioni interessanti sono possibili in ambito medico e culturale: “Per un convegno medico organizzato dall’Università di Torino nel 2019, abbiamo realizzato, in collaborazione con l’azienda Medix, che faceva le tac per i pazienti, degli smart glasses per aiutare i chirurghi a operare meglio in tempo reale. Un’altra applicazione è legata alla fruizione di beni culturali. In questo periodo di Covid, gli accessi ai musei e alle aree di cultural heritage sono limitati. Abbiamo pensato di portare il bene culturale direttamente nelle case degli utilizzatori. Grazie a un visore per la realtà virtuale, è possibile scaricare un modello 3D della vostra opera d’arte preferita, a grandezza naturale, e girarci intorno e fruirla come in un museo”.

Tutto questo non sarebbe possibile senza una connessione interamente in fibra ottica, l’unica in grado di supportare il trasferimento in download e in upload dei dati necessari per poterne usufruire. E il tutto dal proprio luogo di residenza, senza la necessità di spostarsi in centri più grandi, magari congestionati e impossibilitati ad ospitare nuove aziende o realtà imprenditoriali.

Nuove possibilità di accoglienza grazie alla rete FTTH

Le possibilità offerte dalla banda ultra larga non si limitano all’implementazione di nuove tecnologie. Da sempre sogniamo un mondo di inclusione e pari opportunità per tutti, ed è forse in questo campo che i vantaggi della rete FTTH sono più evidenti.

A Forlì abbiamo cablato la sede di Acquacheta Onlus, una cooperativa che si occupa del servizio accoglienza migranti e che mette in campo una serie di strategie per il loro inserimento nel mondo del lavoro. Mirko Betti, Presidente dell’associazione, ci ha accolti con grande entusiasmo:

“La fibra ottica, per i ragazzi che vengono accolti nelle strutture di accoglienza e per i richiedenti asilo, è fondamentale per la fase iniziale, quella di comunicazione tra i ragazzi e le loro famiglie. Da quando a Forlì è arrivato questo tipo di connessione, ci siamo trovati di fronte a una soluzione che era la panacea di tutti i mali. Ora i ragazzi possono svolgere attività in e-learning dal proprio appartamento, tramite ditte specializzate che forniscono questi servizi”.

I 16 ragazzi ospiti dell’associazione hanno potuto seguire da remoto i corsi di formazione previsti per la loro richiesta di asilo ma non solo. Il lavoro dell’associazione beneficia della banda ultra larga in maniera non indifferente. Nell’era Covid è finalmente possibile gestire online le pratiche burocratiche per i richiedenti asilo: dalle carte di identità agli esami medici e persino le vaccinazioni. È possibile partecipare a bandi pubblici dedicati per accedere alle risorse necessarie e predisporre per loro strumenti di lavoro e apprendimento per l’integrazione.  Si tratta di un vero e proprio miglioramento della qualità della vita di queste persone che possono sentirsi parte di una realtà che col tempo diverrà la loro casa.

via openfiber.it