Banda larga per l’84% delle famiglie? Non è esattamente così

by Redazione

Così Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

Negli ultimi giorni sui giornali sono stati ripresi numeri Eurostat relativi alle connessioni delle famiglie alla banda larga e ultralarga. Al netto di un po’ di confusione tra i due sistemi e le relative velocità, che molti fanno, la media italiana dell’84% delle famiglie con connessione a banda larga, contro l’85% dell’Europa, non è reale.
Nella classifica riguardante la connettività, seppure l’Italia è balzata dal 23° al 7° posto in un anno, gli indicatori sono inferiori alla media dell’Ue, soprattutto per quanto riguarda l’adozione complessiva della banda larga fissa, 66% in Italia, contro il 78% nell’Ue, riporta CorCom. 

Rimangono molte carenze anche per quanto riguarda la copertura delle reti ad altissima capacità, che è ancora molto indietro rispetto alla media Ue – 44% contro il 70%. Sempre CorCom ci dice delle sperequazioni tra ‘aree popolate’ e non per quanto riguarda il 5G. Ora, dei ritardi del piano banda ultralarga siamo stanchi di parlare. E i Sindaci sono molto arrabbiati per il piano degli ultimi anni che non sta funzionando, che non raggiunge i civici, le case, dunque non è FTTH fino alla richiesta di collegamento, richiesta dal privato cittadino che risiede in ‘area bianca’, dal pozzetto stradale alla propria casa.


Richiesta che ad esempio riceve un NO dalla Città metropolitana di Torino, per dirne una, come molte altre province, perché ‘tagliare la strada è un problema’. E soluzioni non ci sono. Molto molto grave. Ora non resta che sperare nel Piano Italia 1Giga. Come ho detto qualche giorno fa in una telefonata al Ministro Colao, confidiamo molto, ci vogliamo credere, negli interventi che riguardano in particolare 6.232 comuni nei quali verranno realizzate infrastrutture FTTH per portare la fibra ottica nella prossimità degli edifici, mentre una parte complementare dell’intervento prevede la copertura dei servizi FWA in 7.120 comuni.

Il Piano Italia 5G prevede anche il finanziamento di interventi nelle zone attualmente coperte solo da reti mobili 3G (o dove le reti 4G non garantiscono performance adeguate) e dove non è pianificato lo sviluppo di reti 4G o 5G nei prossimi 3 anni. Di fatto è quello che abbiamo sempre chiesto come Uncem. E nei prossimi giorni presenteremo la mappatura Uncem delle aree del Paese senza segnale per la telefonia mobile. Da lì si deve partire“.