Lo scorso 14 marzo il Consiglio di Amministrazione di Open Fiber, presieduto da Barbara Marinali, ha approvato il Bilancio d’esercizio, il Bilancio consolidato e il Report di sostenibilità 2022.
Il Gruppo Open Fiber ha raggiunto al 31 dicembre con la rete a banda ultra larga una copertura di 15,5 milioni di unità immobiliari (di cui 13 milioni in FTTH e 2,5 milioni in FWA) confermandosi operatore di rete in fibra ottica FTTH leader in Italia e tra i primi a livello europeo.
Il Bilancio consolidato 2022 mostra numeri in crescita, sia sul fronte dei ricavi sia per quanto riguarda la marginalità. I ricavi ammontano, infatti, a circa 470 milioni di euro, in aumento (+24%) rispetto ai circa 380 milioni di fine 2021.
L’EBITDA regista una crescita del 18%, dai circa 152 milioni di euro del 2021 a circa 179 milioni, con una marginalità che si attesta al 38%, pur scontando i costi per la partecipazione alla gara per il PNRR e l’avvio delle attività di costruzione negli 8 lotti aggiudicati nell’ambito del Piano Italia 1 Giga in 3.881 comuni. Il risultato netto è pari a circa -162 milioni di euro (circa -210 milioni del 2021). La posizione finanziaria netta ammonta a -4,6 miliardi di euro, di cui circa 660 milioni di prestiti soci, mentre gli investimenti effettuati nell’anno di riferimento sono oltre 1,5 miliardi di euro.
Con 6,2 miliardi di euro già impiegati su un piano complessivo da oltre 15 miliardi, Open Fiber è tra le aziende leader in Italia per ammontare di risorse investite nel Paese. Il piano di sviluppo della rete ha visto nel 2022 una decisa accelerazione, in particolare sulle Aree Bianche dove si sono concentrati i maggiori sforzi: con circa 20 mila chilometri incrementali di rete costruita rispetto al 31 dicembre 2021, è stato realizzato oltre il 50% di quanto fatto sin dall’inizio del piano, per un totale di oltre 57 mila km sui circa 88 mila km complessivi del progetto.
La commercializzazione dei servizi è aperta in 238 città grandi e medie (Aree Nere) e in circa 4.700 comuni di piccole dimensioni (Aree Bianche, dove OF opera come concessionario pubblico), di questi ultimi circa 3.300 sono in FTTH. Dall’ingresso sul mercato di Open Fiber, nel 2017, l’Italia ha invertito la tendenza che l’aveva spinta verso il fondo delle classifiche europee sul digitale dopo anni di bassi investimenti. A testimonianza del risultato positivo sono i documenti ufficiali dell’Unione Europea e dell’AGCOM e i report prodotti dall’FTTH Council. In particolare, secondo l’ultimo rapporto DESI, la copertura FTTH dell’Italia è aumentata dal 34% al 44%, vicina alla media UE (50%).
A fine 2022 il totale dei clienti attivi su rete OF era oltre 2,3 milioni. A settembre 2022, considerando i dati dell’ultimo Osservatorio AGCOM, l’FTTH di Open Fiber costituiva circa il 65% del mercato residenziale italiano.
Con l’obiettivo di accelerare ulteriormente la realizzazione dell’infrastruttura e fornire una soluzione concreta alla grave carenza di manodopera specializzata che interessa tutti gli operatori infrastrutturali, Open Fiber ha creato insieme al Gruppo Autostrade per l’Italia il consorzio Open Fiber Network Solutions, che sta assumendo e formando figure professionali specializzate nella costruzione di infrastrutture di telecomunicazioni in fibra ottica. Il Consorzio – le cui squadre sono operative dal primo semestre 2022 – al 31 dicembre 2022 impiegava oltre 500 tra risorse interne ed esterne.
A conferma della validità del modello di business wholesale only, sono oltre 300 gli operatori nei settori delle TLC, del broadcasting, dell’energia e dell’e-learning che hanno scelto Open Fiber come principale fornitore di infrastrutture e servizi.
Il CdA ha inoltre approvato il Report di Sostenibilità 2022, il documento che per il terzo anno di pubblicazione descrive l’impegno di Open Fiber nel campo della sostenibilità, contribuendo all’innovazione tecnologica e alla creazione di valore condiviso sia attraverso il core business sia attraverso le relazioni strategiche con i fornitori, i partner commerciali, i territori, le università, i centri di ricerca e le istituzioni.
“Innovazione, transizione digitale sostenibile e impegno sociale sono i pilastri del piano di Open Fiber per dotare il Paese di un’infrastruttura tecnologicamente all’avanguardia che favorisca la crescita e la competitività dell’Italia” ha commentato Mario Rossetti, Amministratore Delegato di Open Fiber. “In un contesto globale complesso, caratterizzato da inflazione e grave carenza di manodopera, grazie al sostegno dei soci e del sistema finanziario – anche internazionale – stiamo portando avanti un progetto ambizioso, che si è ampliato con la partecipazione al Piano Italia 1 Giga. Siamo fortemente impegnati nel completare la copertura di tutto il Paese con la rete a banda ultra larga, dando priorità alle Aree Bianche dove il gap digitale si sconta maggiormente: grazie all’accelerazione impressa lo scorso anno, il 2023 sarà l’anno decisivo ai fini del completamento del Piano Bul nel 2024. Con questi obiettivi abbiamo già investito oltre 6 miliardi, e continuiamo a farlo, per costruire il futuro digitale del Paese”.