La 13esima edizione della CIO Survey – condotta da NetConsulting cube e promossa da Capgemini, Cisco, Dell Technologies, Samsung, ServiceNow e TIM – pone l’accento quest’anno sull’analisi e la comprensione degli impatti che le tecnologie digitali stanno generando sui processi aziendali e mette in luce il sempre maggiore coinvolgimento dei Chief Information Officer nelle strategie business.
Presentati ieri a Milano, presso Palazzo Parigi, i risultati della 13a edizione della CIO Survey, l’indagine realizzata da NetConsulting cube su oltre 70 responsabili ICT delle imprese private italiane, promossa da Capgemini Italia, CISCO, Dell Technologies, Samsung, ServiceNow e TIM.
“Il focus principale della CIO Survey 2019, il cui titolo è La trasformazione digitale delle aziende italiane: verso una nuova fase, è la rilevazione di come il processo di digitalizzazione, iniziato da almeno 3 anni, stia incidendo sull’innovazione dei processi aziendali”, sottolinea Giancarlo Capitani, Presidente di NetConsulting cube. “Dall’analisi, emerge chiaramente come i progetti digitali siano sempre più affrontati nell’ambito di piani strategici aziendali, siano valutati attraverso la misurazione dell’impatto sul business e siano concepiti e sviluppati con il coinvolgimento delle divisioni aziendali. In questo scenario, ai CIO spetta un ruolo sempre più cruciale di intermediazione tra business e tecnologia non solo per la scelta delle soluzioni più adeguate ma anche e soprattutto per la gestione dei risultati di business”.
In particolare, la CIO Survey 2019 si è concentrata sui seguenti quesiti:
- Quali sono i progetti di innovazione? Quali sono le line of business più esigenti in termini di innovazione e con un maggior ruolo di guida e governo dell’innovazione digitale?
- Come si stanno modificando i processi aziendali e quali sono i risultati che le aziende stanno ottenendo in termini di efficacia?
- Quali sono i driver e gli ostacoli alla trasformazione digitale? Qual è il ruolo giocato dalle competenze?
- Come si sta modificando l’ecosistema dell’innovazione?
- Come sta cambiando il nuovo CIO digitale?
Hanno partecipato all’indagine i CIO delle più grandi aziende italiane appartenenti ai principali settori, ovvero Banche, Assicurazioni, GDO e Retail, Industria, Telecomunicazioni e Media, Servizi e Trasporti, Utilities.
Di seguito sono sintetizzati i principali risultati dell’indagine.
I progetti digitali e la domanda di innovazione
L’introduzione delle tecnologie digitali in azienda è sempre più determinata da piani aziendali di ampio respiro che sono nella maggioranza dei casi emanazione di comitati misti ICT-Business (51,4%) o addirittura del Top Management (48,6%). La formalizzazione di tali piani, unita al forte focus sull’implementazione di Digital Enabler all’interno delle filiere aziendali, ha generato e genererà per tutto il 2020 un’attività progettuale particolarmente intensa. In maggior dettaglio, le aree tecnologiche di investimento che saranno maggiormente indirizzate nel breve periodo sono le seguenti:
- Advanced Analytics (citato dal 66,7% dei partecipanti all’indagine): gli investimenti in questo ambito sono polarizzati sull’implementazione di sistemi di RPA, prevalentemente utilizzati in ambito amministrativo-finanziario, sull’introduzione di algoritmi di machine learning e sulla realizzazione di data lake, propedeutici alla valorizzazione dei dati aziendali, strutturati e non;
- IT Infrastructure & Cloud (54,2% delle risposte): le infrastrutture continuano a rivestire un ruolo fondamentale di abilitazione delle strategie di digital transformation. In particolare, il Cloud Computing è un modello sempre più diffuso tra le aziende del panel. Le architetture IaaS e PaaS sono sempre più utilizzate negli ambiti di produzione, test e sviluppo, e come ambienti su cui far risiedere le nuove applicazioni. L’adozione di servizi SaaS riguarda, nella maggioranza dei casi, applicativi di produttività individuale ma si sta affermando prepotentemente anche su ambiti applicativi più strategici (ad es. CRM);
- Cybersecurity/GDPR (48,6% delle citazioni): le aziende continuano ad investire in quest’ambito tecnologico per rispondere alle tante minacce derivanti dal mondo digitale. Tuttavia, si è rilevata una minore intensità progettuale visto che nella maggioranza dei casi gli adempimenti normativi legati al GDPR appaiono già indirizzati;
- Digital Customer Experience (48,6% delle risposte): si continua a rilevare un forte impegno delle aziende ad interagire con i propri clienti attraverso un’ampia gamma di canali digitali in modo che l’esperienza di acquisto di prodotti e servizi sia il più soddisfacente possibile;
- Modernizzazione applicativa (45,8% delle citazioni): alla luce dei tanti stimoli all’innovazione digitale, per le aziende diventa fondamentale adeguare la propria base applicativa da un punto di vista tecnologico.
In questo contesto, le funzioni che esprimono una maggiore domanda di innovazione sono il Marketing e le Vendite (citati rispettivamente dal 68% e 58% circa delle aziende), a dimostrazione di come il baricentro della digitalizzazione risulti essere ancora il Customer Journey. Produzione e Logistica si confermano ambiti di forte domanda digitale (42%), nonostante gli effetti di Impresa 4.0 inizino a risultare meno incisivi rispetto al 2018.
“La CIO Survey 2019 conferma che vi è piena consapevolezza da parte del mercato circa il fatto che la trasformazione digitale e gli investimenti in tecnologia e innovazione stiano portando a una maggiore competitività delle imprese, contribuendo alla semplificazione e allo snellimento dei processi interni e a una velocità di analisi dei dati e delle informazioni tali da permettere al management di prendere le decisioni in modo più consapevole”, commenta Adrian McDonald, Presidente di Dell Technologies EMEA. “Affinché questo processo di trasformazione possa realmente riportare l’Italia tra i Paesi più virtuosi in termini di produttività e sviluppo, crediamo che sia necessario continuare a lavorare sulle competenze e investire sulle persone ed è ciò che in Italia, come Dell Technologies, continueremo a fare”.
Secondo Francesco Pagliari, Responsabile Marketing Offerta IT di TIM, “è la trasformazione digitale a guidare l’innovazione: nuovi servizi omnichannel e nuovi modelli di business sono possibili grazie alla disponibilità di tecnologie digitali e il 5G avrà un ruolo particolarmente importante per dare un ulteriore impulso ai settori chiave della nostra economia. Proprio verso il 5G, infatti, rileviamo una grande attenzione in tutti i comparti. Nell’immediato gli ambiti di maggiore interesse riguardano le soluzioni per l’automazione industriale, Smart Industry e Safety a 360 gradi, comprendendo quindi surveillance, controllo aree e Smart City, che confermano il nostro focus in questi settori”.
Carlo Carollo, Head of IM Division di Samsung, sottolinea che “I dati della ricerca dimostrano chiaramente l’intensificarsi degli investimenti nel digitale da parte delle aziende italiane. Come Samsung, riteniamo che, in tutti i settori industriali, le aziende che adottano soluzioni mobile sono quelle destinate a crescere più delle altre nei prossimi anni. È evidente che l’Intelligenza artificiale, il cloud, le applicazioni personalizzabili, la Virtual Reality e i dispositivi IoT utilizzati anche in ambito B2B, diventeranno gli elementi di forza per le aziende decise a svilupparsi nell’economia del futuro, che noi definiamo come Next Mobile Economy. E riuscire ad avere successo nella Next Mobile Economy non significa solo integrare i dispositivi mobili nel proprio lavoro, ma ripensare l’intera economia del futuro come mobile-first. E questa iniziativa non è solo inerente alla mobilità in azienda, ma un approccio radicale a un modo diverso di intendere il business. Si tratta di potenziare la forza lavoro con strumenti e soluzioni personalizzate che aumentano la produttività, la flessibilità e i risultati; è un nuovo inizio per acquisire rilevanza sul mercato e farsi largo tra i competitor. E i CIO che sposano questa strategia sanno di potersi affidare all’ultima tecnologia disponibile sul mercato, che va oltre il puro concetto di prodotto”.
Gli impatti della digital transformation
Secondo i CIO intervistati, la digital transformation porta i maggiori benefici nei rapporti con clienti e prospect (82% circa delle risposte) e nello sviluppo innovativo dell’offerta (65,3%), entrambi temi cari alle funzioni più impegnate nel relazionarsi con la base commerciale che sono anche più esigenti in termini di innovazione digitale. Meno citati ma comunque significativi appaiono i benefici nella relazione con dipendenti (44%) e operatori della filiera (28% circa).
Nella relazione con i clienti, i partecipanti all’indagine riconoscono alle iniziative di digital transformation una particolare efficacia nella creazione di customer experience coinvolgenti, nella gestione in un’ottica omnichannel di tutte le interazioni che legano l’azienda ai suoi clienti, nella disponibilità di dati utili anche a creare customer experience personalizzate.
Nei rapporti con gli operatori di filiera, comunicazione e condivisione rapide e in real-time sono i principali obiettivi, perseguiti con maggiore efficacia, dalle iniziative di digital transformation. Si tratta, peraltro, di obiettivi che una volta raggiunti influenzano, in modo positivo, anche i processi di procurement, le politiche di magazzino, il time to market e la valutazione di partner e fornitori.
Per quanto riguarda la gestione di dipendenti e collaboratori, le iniziative di digital transformation appaiono efficaci nell’evolvere le modalità di lavoro in un’ottica di Smart Working così come nell’ottimizzare i processi esistenti, come ad esempio in ambito amministrativo e operativo per autorizzazione e delega di task e di gestione talenti.
Laura Muratore, Sales Director di Capgemini Business Unit Italy, commenta: “Un elemento prioritario del percorso di trasformazione che le aziende stanno intraprendendo per cogliere le opportunità offerte dal digitale è rappresentato dalla customer experience, che deve essere sempre più intesa come una vera e propria disciplina di business con un impatto trasversale su tutti i processi e funzioni aziendali, affinché ne siano massimizzati gli effetti differenzianti per l’impresa. Un progetto di customer experience deve dunque essere inteso come il disegno di un percorso che, nel mettere il cliente al centro, porti ad una evoluzione organica di infrastrutture, sistemi, processi e modelli operativi dell’intera catena del valore, coinvolgendo tutta l’organizzazione per giungere al consumatore finale. Solo attraverso l’estensione del concetto di customer experience a tutta la catena del valore l’organizzazione può sostenere un percorso di digitalizzazione virtuoso, in grado di favorirne il successo negli scenari competitivi del nuovo mercato abilitato dal digitale”.
“I dati della survey mettono in luce il ruolo sempre più strategico della tecnologia nell’azienda. Oggi – sottolinea Agostino Santoni, CEO di Cisco Italy – abbiamo soluzioni digitali che offrono flessibilità, agilità ed efficacia, per rispondere alle aspettative sempre più elevate del mercato; possiamo sfruttare il potenziale di una nuova generazione di piattaforme sempre più sicure, aperte, semplici e programmabili. Abbiamo un’opportunità senza precedenti di accelerare la crescita e i CIO possono essere protagonisti di un percorso di innovazione cruciale per il futuro delle loro aziende e del nostro paese”.
Mauro Solimene, Mediterranean AVP ServiceNow, afferma che “La CIO Survey di NetConsulting cube fotografa la situazione attuale del nostro Paese, sempre più orientato verso un’adozione strategica della digital transformation. Le aziende stanno concentrando gli investimenti a breve termine su tecnologie di machine learning e cloud, che supportino al meglio l’esperienza digitale dei clienti. È importante, però, anche prendere in considerazione le esigenze dei propri dipendenti, abilitando dei flussi di lavoro digitali che implementino una maggiore produttività ed esperienze migliori. Solo in questo caso è possibile una digital transformation completa ed efficace. ServiceNow ha la giusta tecnologia per creare grandi esperienze sia all’interno che all’esterno dell’organizzazione, ed è la prima a portare la tecnologia mobile nativa sul luogo di lavoro”.
Gli elementi di attenzione nel percorso verso la digitalizzazione
Nel percorso verso la digitalizzazione, la principale criticità è riconducibile alle tematiche di change management (49% delle citazioni). Senza una piena accettazione dei cambiamenti determinati dall’introduzione di soluzioni innovative, la possibilità che un progetto fallisca o generi solo marginalmente i risultati sperati è elevata. Altro elemento importante riguarda la presenza di altre priorità in azienda (32%), relative principalmente alla gestione operativa dell’esistente, che possono rallentare l’avvio dei progetti di digital transformation. Seguono i temi legati all’adeguatezza delle infrastrutture e degli skill ritenuti non soddisfacenti dal 30% circa dei partecipanti all’indagine.
Non sorprende, quindi, che tra gli ingredienti fondamentali per supportare le iniziative di digital transformation ed il loro impatto sull’evoluzione del business, i partecipanti all’indagine abbiano indicato, in particolare, il committment (61% delle risposte) che se presente consente di risolvere a monte le problematiche di change management ed organizzative, la disponibilità di skill (50%) che consente di gestire al meglio sia lo svolgimento di attività di sviluppo interne sia il ricorso efficace a vendor esterni.
In tema di competenze, l’indagine rileva la presenza di uno “skill shortage” apprezzabile a livello sia tecnologico che business. Dal primo punto di vista, in linea con le principali aree progettuali, le professionalità più ricercate si collocano nell’ambito della gestione dei dati, delle infrastrutture e della security.
L’ecosistema di vendor e partner a supporto della Digital Enterprise
Specializzazione e innovatività sono i principali elementi che guidano le aziende del panel nella scelta di vendor e partner che le possano supportare nel loro percorso di trasformazione digitale. Tra i soggetti più citati appaiono, infatti, vendor ICT focalizzati su specifiche aree di business e tecnologie (66%) e start-up (42%), che fanno dell’innovazione la loro value proposition.
Seguono le società di consulenza strategica in ambito ICT (39%), il cui supporto è fondamentale nella fase di definizione dei piani strategici di evoluzione digitale.
Sono complessivamente meno presenti nei percorsi di innovazione delle aziende i soggetti che operano prevalentemente con un approccio general purpose e quindi meno mirato.
Alessandra Pinza, Senior Analyst di NetConsulting cube, commenta: “Il percorso delle aziende italiane verso la digitalizzazione non è esente da ostacoli. Tra gli elementi di attenzione spiccano le tematiche organizzative e di change management, che sono fondamentali per introdurre con successo l’innovazione tecnologica in azienda, e la disponibilità di competenze che rappresentano un punto di forza indispensabile per governare efficacemente la digital transformation. In questo contesto, l’ecosistema di vendor, start-up e player tecnologici gioca un ruolo cruciale all’interno dei percorsi di innovazione delle imprese. Specializzazione tecnologica, competenze di processo, disponibilità ad instaurare un rapporto di partnership con le aziende utenti sono gli elementi su cui gli attori dell’offerta devono continuare a puntare”.
Il CIO digitale
Il CIO rappresenta oggi una figura sempre più centrale nell’indirizzo e governo della digital transformation in forte collaborazione con la sfera business.
Ciò emerge chiaramente dalle risposte fornite dai CIO che hanno partecipato all’indagine. La loro collocazione in azienda ha, infatti, un peso piuttosto rilevante, non tanto in termini della loro partecipazione a comitati aziendali (come executive board e steering committee) – che è stata citata dal 36% dei rispondenti, quanto relativamente al loro riporto aziendale che nel 51% dei casi è rappresento dall’Amministratore Delegato o dal Direttore Generale.
Inoltre, i progetti innovativi in ambito digitale sono sempre più valutati non tanto attraverso parametri economico-finanziari (ROI, NPV, etc.) quanto piuttosto attraverso KPI volti a valutarne le ricadute sul business (incremento della customer satisfaction, aumento del fatturato, miglioramento del livello di qualità dell’offerta erogata all’utenza finale, etc.).
Ad ulteriore conferma del buon posizionamento dei CIO all’interno della vita aziendale, va sottolineato che il 56% circa dei rispondenti si ritiene molto coinvolto nelle strategie evolutive. Il forte legame con la dimensione business è evidente anche dalle attività che secondo i CIO dovrebbero riempire la loro agenda. Prevalgono, infatti, attività a supporto del business, ed in particolare la diffusione della digital transformation all’interno di tutte le funzioni business (68% delle risposte) e la traduzione delle esigenze dei responsabili business in soluzioni tecnologiche evolutive (63%).
Molto meno citate sono le attività più tradizionali, fortemente concentrate sulla sfera tecnologica, ovvero implementazione di architetture e infrastrutture, scouting di tecnologie, gestione delle performance, focus su attività online. Ciò trova riscontro nella composizione percentuale di una giornata tipo dei CIO che, attualmente, è riconducibile per il 40% del tempo allo svolgimento di incontri con il Top Management e con i responsabili delle varie LOB e per una percentuale inferiore, pari al 30% circa, alla gestione di attività strettamente ICT.
In sintesi, il CIO – ad oggi – è una figura con un profilo sempre più evoluto e partecipe della vita aziendale, ben cosciente della sua importanza nel supportare l’intera azienda nei percorsi di crescita e cambiamento.
“La CIO Survey 2019 delinea in modo chiaro e sintetico – sottolinea Vittorio Arighi, Practice Leader di NetConsulting cube e responsabile della CIO Survey – l’evoluzione del ruolo di un CIO digitale moderno, sempre più attento al confronto con il business e advisor per l’innovazione dei processi aziendali. In un mondo in cui anche le competenze per indirizzare la trasformazione digitale stanno cambiando rapidamente, il CIO diventa il direttore d’orchestra che amalgama partner tecnologici, Top Management, LOB e digital enablers in modo tale da rendere la propria azienda competitiva e vincente nel settore in cui opera”.