TIM a KKR: “È un regalo della Meloni” secondo il M5S

di Redazione

“Vorremmo avere lo stesso ottimismo del ministro Giorgetti, che ieri ha definito comeuna grande operazione di politica industriale” la cessione della rete Tim al consorzio capitanato dal fondo Usa Kkr. Un’operazione che, a suo dire, mette in sicurezza i lavoratori della società: anche qui la visione rosea del ministro è quasi sorprendente. A nostro avviso, il “carpiato” all’indietro dei patrioti su quello che è un asset decisivo per la transizione digitale del nostro paese è un preoccupante fallimento. E rappresenta l’ennesimo tradimento delle promesse elettorali di Giorgia Meloni, che in modalità “Pulcinella” nel 2022 tuonava nei comizi che la rete doveva rimanere pubblica, perché – questo era il mantra – “è in ballo la sicurezza nazionale”. Chissà cosa è cambiato rispetto a due anni fa. Col Mef che rimarrà in quota solo per uno striminzito 16%, l’operazione pare più un vero e proprio regalo: Meloni e Giorgetti si sono dimenticati soltanto di metterci sopra una bella coccarda. E gli omaggi ai fondi esteri potrebbero non essere finiti, visto che tra qualche mese anche Sparkle, società del gruppo Tim che gestisce centinaia di migliaia di cavi sottomarini e terrestri, potrebbe fare la stessa fine. Insomma, con Meloni sul fronte della digitalizzazione siamo al “fuori tutto”, alla faccia del sovranismo economico”.

Così in una nota deputati e senatori delle commissioni Trasporti e Telecomunicazioni di Camera e Senato Antonino Iaria, Luciano Cantone, Roberto Traversi, Giorgio Fede, Gabriella Di Girolamo, Elena Sironi e Antonio Trevisi.