La nota stampa: Cintioli & Associati vince al TAR del Lazio per Vodafone Italia S.p.A. Annullati i provvedimenti che avevano quantificato in maniera estremamente ridotta i contributi chiesti per i diritti d’uso delle frequenze 3.4-3.6 GHz sfruttabili con il 5G.
Cintioli & Associati – con un team composto dai soci prof. avv. Fabio Cintioli e avv. Giuseppe Lo Pinto e dall’avv. Paolo Giugliano – ha ottenuto per Vodafone Italia S.p.A. quattro importanti pronunce davanti al TAR Lazio in materia di quantificazione dei diritti d’uso relativi alle frequenze utilizzabili con tecnologia 5G.
Vodafone, con più ricorsi al TAR Lazio, ha ottenuto l’annullamento dei provvedimenti adottati dal MISE e da AGCOM con i quali, in occasione delle proroghe dei diritti d’uso sulle bande di frequenza 3.4-3.6 GHz rilasciate in favore di Linkem, ARIA, Go Internet e Mandarin, è stata chiesta a questi ultimi la corresponsione di un contributo economico estremamente ridotto per l’utilizzo delle frequenze.
In particolare, sebbene le frequenze in questione risultassero utilizzabili con la tecnologia 5G – e fossero dunque analoghe a quelle per la cui assegnazione Vodafone ha sostenuto costi per circa un miliardo e mezzo di euro – i contributi richiesti erano stati fissati ad un livello di 11 volte inferiore a quello versato a suo tempo da Vodafone, senza quindi tener conto del reale valore di mercato delle frequenze stesse.
Con sentenze nn. 13556, 13558, 13564 e 13568 del 26.11.2019, il TAR Lazio ha accolto i ricorsi proposti da Vodafone rilevando che la quantificazione dei contributi richiesti avrebbe dovuto tener conto del “valore emerso dalla contrattazione relativa alle nuove frequenze in 5G” al fine di “scongiurare un eccessivo vantaggio competitivo a favore degli operatori che hanno esercitato l’opzione della proroga, continuando ad avvalersi di frequenze contigue e gemelle a quelle messe in gara”.
La sentenza odierna ha un’importanza che va oltre il caso di specie. Per la prima volta infatti afferma importanti principi in materia di parità di trattamento e di non discriminazione nella fissazione dei contributi per i diritti d’uso delle frequenze, collegando il principio di diritto europeo del canone ragionevole per favorire lo sviluppo delle reti al principio di salvaguardia del corretto equilibrio competitivo.
Comunicato stampa