Due giorni fa l’intervento del Ceo WINDTRE, Jeffrey Hedberg, al webinar di Luiss Business School da cui estrapoliamo alcune parti.
Verso la rete di fibra ottica unica. Dopo l’auspicio di Tim per arrivare a una rete unica, condiviso dalla politica e dai sindacati, l’operatore alternativo WINDTRE chiarisce ancora una volta la sua posizione a favore dell’assetto concorrenziale attuale, in linea con quanto da poco dichiarato dall’amministratore di Vodafone Italia, Aldo Bisio. Partecipando a un webinar dedicato agli studenti Mba della Luiss Business School, Hedberg ha inoltre precisato che «la possibilità per tutti i fornitori di servizi di accedere alle infrastrutture di connettività a condizioni eque e leali è fondamentale per garantire uno sviluppo corretto dell’offerta e gli investimenti da parte di tutti gli operatori».
La decisione sulla rete, ha detto, spetta a Tim e Open Fiber, spetta ai decisori politici. Tuttavia, «parlando come semplice cliente, noi siamo partner di Open Fiber, mi piace la competizione, mi piace l’opportunità della scelta, della velocità.
Da questo punto di vista rappresentiamo anche la voce dei nostri clienti, ai quali possiamo offrire servizi competitivi grazie all’accelerazione recente nella penetrazione della banda ultra-larga».
Come già annunciato il prossimo traguardo è ora il roll out del 5G, secondo il Ceo vero volano per lo sviluppo dell’Italia. «Senza il 5G – precisa Hedberg – dovremo rinunciare alle soluzioni evolute che si sono rivelate indispensabili per il lavoro e per lo studio, oltre che per l’intrattenimento». Per Hedberg l’azienda è pronta, ma ci sono ancora troppi ostacoli: «Processi autorizzativi farraginosi, limiti elettromagnetici molto più stringenti rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea, a cui si sono aggiunte le fake news sul legame tra il Covid-19 e il 5G».
Una situazione che rischia di far perdere al Paese il vantaggio accumulato nella fase di sperimentazione delle tecnologie di quinta generazione. Secondo un recente report della società di consulenza Incites, che analizza la predisposizione degli Stati UE per lo sviluppo del 5G, l’Italia è all’avanguardia per quanto riguarda la tecnologia e l’infrastruttura, ma viene penalizzata nel ranking generale proprio per la debolezza legata al quadro regolatorio e a quello delle policy.
Source luiss.it (.pdf)