Per Roberto Basso, Direttore External Affairs & Sustainability di WINDTRE, “al fine di stimolare gli investimenti privati occorre, tra le altre leve, agire sui limiti elettromagnetici, che in Italia sono scandalosamente inferiori rispetto a quelli adottati negli altri Paesi e che rischiano di vanificare l’efficacia dell’Fwa”.
Basso, intervenuto al seminario ‘Le infrastrutture di telecomunicazione: intervento pubblico e strategie delle imprese‘ organizzato da Astrid-Led in memoria di Raffaele Tiscar, ha poi ricordato che “è stato introdotto il principio di neutralità tecnologica, uno dei contenuti più innovativi, ma – avverte – c’è il rischio di vanificarlo proprio per via dei limiti vigenti”.
La situazione delle emissioni in Italia
I paesi come l’Italia con norme molto restrittive sulla radioprotezione potrebbero avere difficoltà nell’introduzione delle reti 5G.
La normativa italiana in materia di radioprotezione ha privilegiato, infatti, sin dalle proprie origini nel 1998, politiche cautelative, definendo tre livelli di protezione:
- limite di esposizione: per proteggere dagli effetti acuti pari a 20 V/m;
- valori di attenzione applicati in corrispondenza di edifici adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore come protezione da eventuali effetti a lungo termine (finora non emersi) pari a 6 V/m;
- obiettivi di qualità da tenere in considerazione all’atto di progettazione ed installazione pari a 6 V/m.
Tale approccio ha fino ad oggi reso difficile l’introduzione di nuove tecnologie nelle installazioni di impianti esistenti.